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Il contesto dell’articolo. Il governo di Addis Abeba continua a definire come una semplice operazione di polizia interna, quella che si è svolta nel novembre del 2020 contro la sua provincia ribelle del Tigrai, a nord del Paese. In realtà, lo scontro tra l’esercito federale etiope, appoggiato dal governo eritreo, e il Fronte popolare di liberazione del Tigrai ha i tratti di una vera e propria guerra civile.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo ricostruisce il contesto storico e politico e sintetizza i fatti principali del conflitto nella regione Tigrai, che tra l’altro, nonostante le dichiarazioni ufficiali, non sembra cessato, ma latente. Sembra che l’attacco abbia provocato più di 1.000 morti, tra i quali diverse centinaia di civili, e circa 50.000 profughi, che in pochi giorni hanno attraversato il confine con il Sudan, per sfuggire a eventuali azioni di rappresaglia.
Inoltre si analizzano i motivi per cui la guerra del Tigrai rischia di far implodere il «fragile gigante dell’Africa», che ospita la sede dell’Unione Africana, e che dovrebbe essere, secondo alcuni studiosi, una delle «locomotive dell’anelata rinascita del continente africano». L’Etiopia infatti è un Paese povero, soggetto a siccità periodiche, che conta quasi 109 milioni di abitanti, il 40% dei quali è costituito da minorenni.
L’articolo offre, tra l’altro, un focus su un aspetto particolare. La decisione del primo ministro Abiy Ahmed, premio Nobel per la pace, di attaccare militarmente per scovare i «ribelli», nemici dello Stato federale, ha sorpreso le cancellerie e l’opinione pubblica internazionale.
P. Sale chiude con un auspicio: la comunità internazionale e l’Africa dovrebbero, con la diplomazia e gli aiuti economici, evitare la «balcanizzazione» di un Paese così diversificato sotto il profilo etnico, sociale e religioso.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Perché la guerra del Tigrai rischia di far implodere il «fragile gigante dell’Africa»?
- Possibile che lo stesso uomo insignito del premio Nobel per la pace nel 2019 faccia la guerra?
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ETHIOPIA AND THE CONFLICT IN TIGRAI
The government in Addis Ababa continues to describe its actions in November 2020 against its rebel province of Tigrai, in the north of the country as a simple internal police operation. In reality, the clash between the Ethiopian Federal Army and the Tigray Popular Liberation Front was a full-blown civil war. The conflict has caused more than 1,000 deaths, including several hundred civilians, and about 50,000 refugees, who have crossed the border with Sudan, to escape possible reprisal actions. The war in Tigray threatens to implode Ethiopia, a poor country subject to periodic droughts, with almost 109 million inhabitants, 40% of whom are minors.