a cura di V. FANTUZZI
Il grande silenzio (Germania – Francia, 2005). Regista: PHILIP GRÖNING. Interpreti: i monaci della Grande Chartreuse. edizione in DVD.
Particolarmente indicato come sussidio in occasione di incontri di spiritualità, esce per conto della Multimedia San Paolo il DVD con il film di Philip Gröning Il grande silenzio, del quale ci siamo ampiamente occupati in un precedente fascicolo (cfr Civ. Catt. 2006 II 366-370. Si tratta di un documentario, della durata di 2 ore e 40 minuti, che descrive la vita dei monaci della Grande Chartreuse, lo storico edificio isolato in una valle sul versante francese delle Alpi non lontano da Grenoble. Se ritorniamo sull’argomento è per ribadire l’importanza di un’opera di elevato valore artistico e di profondo significato religioso, oggi resa accessibile anche a coloro che, vivendo lontano dai grandi centri, non hanno avuto la possibilità di ammirarla sul grande schermo.
Gröning ha avuto il privilegio di vivere per oltre quattro mesi nella Certosa, adottando le norme di comportamento dei monaci e dedicando alle riprese il tempo che essi dedicano alle attività manuali. Ogni monaco trascorre in media 65 anni nello stesso ambiente compiendo ogni giorno gli stessi gesti in base a un rituale le cui regole sono state fissate circa mille anni fa. La preghiera solitaria è l’azione più ampiamente illustrata nel corso del film. Le si affianca la preghiera comunitaria nel coro, intervallata da lunghi silenzi e dai rumori sordi che accompagnano i movimenti dei monaci quando si alzano, si siedono o si inginocchiano.
Il regista fa sentire la sua presenza introducendo in queste azioni, lunghe e monotone, immagini che ne costituiscono una sorta di commento. La neve che fiocca a larghe falde oltre i vetri della finestra in contrapposizione con il fuoco che arde nella stufa mentre il monaco prega nella cella. La lampada accesa davanti al Santissimo, ripresa a distanza sempre più ravvicinata mentre i monaci recitano i Salmi nel coro.
Quando il film fu distribuito nelle sale del circuito d’essai, agli spettatori venne offerta la possibilità di partecipare a un’esperienza che, per diversi aspetti, può essere considerata anticinematografica. Ne Il grande silenzio, infatti non c’è nessuno degli elementi che normalmente spingono il pubblico ad andare al cinema: non scene spettacolari, non avventure coinvolgenti, non attori che irradiano il fascino delle grandi star… L’esperienza alla quale gli spettatori sono stati invitati a partecipare è il frutto diretto dell’esperienza straordinaria alla quale ha potuto participare Gröning nei mesi del suo soggiorno nella Certosa. Questa, a sua volta, si collega direttamente all’esperienza ancora più straordinaria che i monaci vivono nell’intero arco della loro esistenza. È da ritenere pertanto che il DVD troverà presso le parrocchie e nei gruppi di preghiera un’utilizzazione ancora più appropriata di quanto non sia avvenuto con il film su pellicola.
In tal modo sarà consentito a questo lavoro, sotto tanti aspetti eccezionale, di raggiungere lo scopo per il quale i monaci della Grande Chartreuse hanno accettato di stabilire con Gröning un rapporto di reciproca collaborazione non meno impegnativo per loro di quanto lo sia stato per lui. Lo strumento audiovisivo, guidato da un’adeguata sensibilità, diventa in casi come questo un veicolo che mette in comunicazione coloro che, come i monaci, vivono una determinata esperienza e chi desidera non soltanto sapere cosa fanno, ma stabilire con loro un contatto che consenta di partecipare in qualche modo alle loro condizioni di vita.
Non è certo questo il primo caso nel quale l’audiovisivo dimostra di essere in grado di fornire un aiuto prezioso alla preghiera. Si pensi alle tante celebrazioni (dall’Eucaristia alla Liturgia delle ore) diffuse in diretta dalla radio e dalla televisione. Non ci si può tuttavia limitare a considerare in situazioni di questo genere l’audiovisivo sotto un profilo puramente strumentale, come se si trattasse di un interruttore che può essere azionato a piacere per aprire e chiudere la comunicazione. Come nei secoli passati la musica, l’architettura e le arti visive hanno saputo rendere un servizio prezioso all’attività religiosa, in particolare come aiuto alla preghiera, qualcosa di simile può accadere oggi con l’audiovisivo purché chi lo utilizza sia animato dalla consapevolezza necessaria a un’attività che, partendo dal dato sensibile (le immagini visive e sonore), cerca una via per entrare in contatto con quella parte di sé che l’uomo riserva al dialogo con se stesso e con Dio.