Lo scorso 6 settembre il Tribunale federale elettorale del Messico ha confermato la vittoria del conservatore Felipe Calderón nelle elezioni presidenziali del 2 luglio. Lo scarto per il vincitore è stato di appena 233.381 voti. Il candidato della sinistra, Manuel Obrador, non ha accettato la sconfitta perché la ritiene viziata da brogli elettorali ed è stato acclamato dai suoi sostenitori «presidente legittimo». Il Messico, con una crescita economica non molto sostenuta, è chiamato ad affrontare i gravi problemi della sottoccupazione, della connessa piaga dell’emigrazione, della povertà e di un’endemica crisi di legalità. Ha bisogno di coesione politica interna e di maggiore cooperazione con i Paesi del Nord e Centro America.
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LE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN MESSICO

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