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ABSTRACT — A cinquant’anni dalla sua pubblicazione, l’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI resta un punto di riferimento fondamentale per la riflessione della Chiesa sulle questioni socio-economiche e sull’evolversi dei processi di globalizzazione, grazie all’attualità di alcune delle sue affermazioni più rilevanti.
L’enciclica venne promulgata il 26 marzo 1967, vale a dire nello scorcio conclusivo degli anni Sessanta del secolo scorso. Quel decennio fu un periodo straordinario. Conclusa la ricostruzione dei danni della Seconda guerra mondiale in Europa, le economie nazionali, soprattutto quelle europee, crebbero repentinamente a un ritmo molto sostenuto. A quel punto risultava chiaro come fossero stati opportuni gli accordi raggiunti alla fine del conflitto a Bretton Woods, dove era stato stabilito l’ordine economico internazionale per il dopoguerra. In termini di ampiezza e profondità del progresso economico, il regime di Bretton Woods eclissò tutti quelli dei periodi precedenti. Non per nulla qualcuno ha scritto che, se mai c’è stata un’epoca d’oro della globalizzazione, è stata proprio quella.
Allo stesso tempo, nel 1967 la grande maggioranza dei domini coloniali avevano già ottenuto l’indipendenza, in cui avevano riposto le proprie aspettative e speranze. Le scelte socio-economiche di questi Paesi furono le più varie. Non c’era la sensazione che potesse sopraggiungere una crisi economica; tuttavia stavano già cominciando a emergere sintomi che la situazione al livello mondiale non potesse più sostenersi. La disparità nei livelli di produzione e di reddito tra il Primo mondo e le sue antiche colonie era inammissibile.
Questo era il contesto socio-economico in cui vide la luce la Populorum Progressio. Essa si struttura attorno a un’idea centrale: lo sviluppo. Nella prima parte afferma che lo sviluppo dev’essere integrale. Nella seconda parte insiste sul carattere solidale dello sviluppo.
È interessante rileggere la sua concezione dello sviluppo, la sua analisi dei fattori che lo ostacolano nel suo aspetto economico e la strategia da seguire per raggiungerlo. È anche possibile dimostrare, sulla base dei dati e dello sviluppo della teoria economica internazionale, recepito nelle dichiarazioni internazionali, la solidità delle prese di posizione di Paolo VI su queste tre questioni centrali.