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Il contesto dell’articolo. 50 anni fa, il 20 luglio 1969, la prima orma umana veniva impressa sulla Luna. Il fascino di questo globo luminoso non ha mai perso il mistero della sua presenza.
Perché l’articolo è importante?
Questo nuovo «Punto» indaga, tra letteratura, cinema e magistero dei papi, la densità simbolica e spirituale della Luna.
In particolare, ricorda che dopo l’allunaggio la nostra rivista – in una cronaca a firma di p. Giovanni Rulli nell’agosto del 1969, dal titolo «Grandezza e limiti di un’impresa» – insistette sul fatto che l’uomo si è rivelato nella grandezza della sua dignità in un’impresa che ha «dato all’umanità un obiettivo comune, un motivo di orgoglio e di esaltazione che non conosce frontiera». E riconosceva questo passo come un’occasione di «fraternità» universale e di «elevazione culturale e spirituale». Alla fine degli anni Sessanta le tensioni sociali e politiche erano enormi, ma era ancora viva la speranza dei singoli e dei popoli. Il piede di Armstrong era diventato il simbolo di nuove opportunità che si spalancavano sugli schermi del salotto di casa. Quel momento sembra smarrito.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- In un mondo così diviso e in balìa di tensioni che configurano una guerra mondiale «a pezzi», siamo ancora in grado di compiere gesti di impatto globale che diano «all’umanità un obiettivo comune, un motivo di orgoglio e di esaltazione che non conosce frontiere» (san Paolo VI)? E quali potrebbero essere questi gesti?
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WHAT DOES THE MOON TELL US TODAY? 50 years after the moon landing
Fifty years ago, on July 20, 1969, the first human footstep was placed on the Moon. The charm of this luminous globe has never lost the mystery of its presence. Here, we investigate its symbolic and spiritual density. In particular, it recalls that at that moment our magazine insisted on the fact that man revealed himself in the greatness of his dignity in an undertaking which “gave humanity a common goal, a reason for pride and exaltation that knows no frontier”. And it recognized in this first step an opportunity for universal “brotherhood” and “cultural and spiritual elevation”.