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Attualità Cultura e società

Alla ricerca dell’identità nell’Asia centrale post-sovietica

Vladimir Pachkov

4 Luglio 2020

Quaderno 4081

Karakul lake in Pamir in Tajikistan (iStock/Lukasz Nowak)

Il contesto dell’articolo. Sebbene siano sorti per la prima volta dopo la disintegrazione dell’Urss, molti Paesi dell’Asia centrale possono guardare indietro a una storia e a una civiltà millenarie, alla ricerca di una propria identità.

Perché l’articolo è importante?

L’articolo cerca di rappresentare la transizione vissuta da questi Paesi, in bilico tra un retaggio votato all’inclusione e alla convivenza sostanzialmente pacifica di popoli, culture e religioni diverse, e la pressione ­– per certi versi rassicurante dal punto di vista identitario – portata dai nazionalismi e dall’islamismo.

L’Asia centrale è stata a lungo al centro del mondo dal punto di vista non soltanto geografico, ma anche intellettuale. La fine di tale apertura aveva significato la fine di un’epoca. Dopo aver ottenuto l’indipendenza, i Paesi dell’area hanno dovuto riscoprire la propria identità nazionale, o addirittura inventarla, dal momento che nessuno di essi era mai esistito all’in­terno dei propri confini attuali.

Chiarito il contesto e la questione che li accomuna, l’articolo dedica poi un paragrafo ciascuno ai tre grandi Paesi dell’area, Tagiskistan, Uzbekistan – accomunati dalla propensione a rivendicare soprattutto l’e­redità laica contro la pretesa dell’islam politico – e il Kirghizistan, che non si occupa in primo luogo della religione, ma di come affrontare il problema della diversità dei gruppi etnici presenti nel Paese al mo­mento dell’indipendenza. Con un ulteriore focus sull’influenza culturale delle religioni pre-islamiche, laddove i Paesi di tradizione culturale ariana (persiana) si rifanno alla religione dello zoroastrismo, mentre il Kirghizistan, che è stato scarsamente influenzato dalla cultura persiana, si rifà alla religione originale turca del Tengri.

Quali sono le domande che l’articolo affronta?

  • Le forze secolari e loro élite, che sostengono anche il pluralismo religioso e la tolleranza, riusciranno in Asia Centrale a vincere la competizione contro islamisti e nazionalisti?

***

IN SEARCH OF IDENTITY IN POST-SOVIET CENTRAL ASIA

Although many countries in Central Asia emerged for the first time – at least within their present borders – after the disintegration of the USSR, they can look back on a history and civilization that is thousands of years old. In the search for their own identity, various groups try to base their ideas, for the present and future of their countries, on their history. These are forces that have dominated since the time of the Soviet Union and that rely on Islamists and nationalists to maintain power. Today, the fundamental question, for the future –and not only of these countries, but of the entire Eurasian area-, is whether the secular forces, which also support religious pluralism and tolerance, will succeed in winning the competition against Islamists and nationalists.

Non è disponibile la versione digitale di questo articolo, è possibile leggerlo solo nella versione cartacea o e-book


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Alla ricerca dell’identità nell’Asia centrale post-sovietica

Vladimir Pachkov

Corrispondente dalla Federazione russa per La Civiltà Cattolica. Insegna all’Istituto teologico «San Tommaso» di Mosca.


4 Luglio 2020

Quaderno 4081

  • pag. 60 - 70
  • Anno 2020
  • Volume III

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Identità Integrazione Mondo Nazionalismo Storia

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