|
ABSTRACT – Ingmar Bergman, regista svedese conosciuto in tutto il mondo, è nato il 14 luglio 1918. Allo scadere dei primi cento anni dalla nascita del regista torna il desiderio di rivedere alcuni dei suoi film in compagnia… dell’autore, da Il Settimo sigillo fino a Fanny e Alexander, la summa del cinema bergmaniano.
La cosa non è impossibile perché, giunto al culmine della sua carriera, Bergman stesso ha deciso di affrontare il compito, tutt’altro che leggero, di rivedere l’insieme della sua opera per discernere a distanza di tempo tra ciò che risultava ancora valido e ciò che lo era di meno. «Rivedere i miei film – egli dice – mi ha sempre provocato un senso di turbamento. Sono diventato ansioso, pronto al pianto, adirato, spaventato, infelice, nostalgico, sentimentale e così via. Ora rivedere i miei film è diventato necessario. Mi rendo conto in modo brutale che i film sono stati spesso concepiti nelle viscere dell’anima, nel cuore, nel cervello, nei nervi… Di là li aveva tirati fuori un piacere senza nome. Un piacere che si può chiamare “gioia dell’artigiano” li aveva manifestati al mondo dello spirito».
Figlio di un pastore luterano, Bergman ha avvertito fin dall’infanzia il fascino della religione. Suo padre era un narratore avvincente e un oratore facondo. Immerso nella vita culturale del XX secolo, come uomo di teatro e di cinema, Bergman ha subìto tutti i contraccolpi che hanno messo a dura prova le certezze nelle quali era cresciuto. I suoi film manifestano un perenne oscillare tra fede e dubbio, tra affermazioni e negazioni, in mezzo alle incertezze che accompagnano nell’epoca moderna la ricerca del senso della vita.
*******
AT THE CINEMA WITH INGMAR BERGMAN
Ingmar Bergman, the Swedish director known throughout the world, was born on July 14, 1918. On the occasion of the centenary of his birth, images from his films come to mind, pervaded by a religious yearning. The son of a Lutheran pastor, Bergman had experienced a fascination for religion since his childhood. His father was a compelling storyteller and a prolific speaker. Immersed in the cultural life of the twentieth century, as a man of the theatre and cinema, Bergman suffered all the repercussions which put a strain on the certainties in which had characterised his upbringing. His films show a perennial swing between faith and doubt, between affirmations and negations, amid the uncertainties which accompany the search for the meaning of life in the modern era.