|
«La storia della globalizzazione è la storia delle gloriose imprese e delle atrocità compiute dall’umanità, dei danni che a volte ci siamo inflitti da soli e della complessità del progresso umano che avviene nel mezzo di continue crisi» (p. 15). Jeffrey D. Sachs, insigne economista e uno dei massimi esperti al mondo di sviluppo sostenibile, sintetizza così il suo pensiero, precisando che l’umanità è sempre stata globalizzata, sin da quando, circa 70.000 anni fa, gli uomini migrarono dall’Africa.
L’interpretazione dell’autore è che dal nostro passato remoto al presente abbiamo attraversato sette distinte Età della Globalizzazione: il Paleolitico, il Neolitico e le Età Equestre, Classica, Oceanica, Industriale e Digitale. In ciascuna di esse, osserva Sachs, il cambiamento globale è emerso dall’interazione tra geografia fisica, istituzioni umane e conoscenze tecniche. Questa complessa interazione ha modellato la storia dell’umanità. Geografia, tecnologie e istituzioni sono tre componenti fondamentali che ci aiutano a comprendere anche i cambiamenti in corso nel nostro secolo. Occorre quindi rivolgere l’attenzione al passato per avere intuizioni sul futuro.
Per l’autore, le continue Età della Globalizzazione hanno ampliato non soltanto le nostre prospettive, ma anche la nostra interdipendenza. In sostanza, abbiamo imparato a pensare in maniera globale. Tenendo presenti la nostra storia comune e le nostre vulnerabilità, potremo capire anche i nostri interessi e valori comuni, e solo così potremo scoprire una via per la condivisione di prosperità e pace.
Sachs prende in considerazione tre grandi quesiti per la nostra epoca: la sfida dello sviluppo sostenibile, quella della governance multilaterale e quella dei valori universali. In altre parole, l’Età Digitale deve fare i conti con le crescenti disuguaglianze, con un diffuso degrado ambientale e con i rischi legati ai grandi cambiamenti a livello geopolitico. Tutto ciò potrebbe provocare un conflitto devastante, senza scampo per l’umanità. Perciò è di vitale importanza gestire la globalizzazione. A questo proposito, l’autore indica cinque grandi obiettivi: sviluppo sostenibile, ethos socialdemocratico – ossia, un approccio inclusivo e partecipativo alla vita politica ed economica –, principio di sussidiarietà, riforma dell’Onu e un mondo sicuro per la diversità. «La nostra grande speranza – conclude Sachs – è mettere a frutto le lezioni della storia e della nostra comune natura umana per forgiare una nuova era di cooperazione su scala globale» (p. 232).
JEFFREY D. SACHS
Terra, popoli, macchine. Settantamila anni di globalizzazione
Roma, Luiss University Press, 2020, 254, € 24,00.