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Il primo a introdurre l’espressione «segni dei tempi» nel linguaggio cattolico ufficiale fu papa Giovanni XXIII, nella Costituzione apostolica Humanae salutis (HS) del 1961: «Sappiamo che la visione di questi mali deprime talmente gli animi di alcuni al punto che non scorgono altro che tenebre, dalle quali pensano che il mondo sia interamente avvolto. Noi invece amiamo riaffermare la Nostra incrollabile fiducia nel divin Salvatore del genere umano, che non ha affatto abbandonato i mortali da lui redenti. Anzi, seguendo gli ammonimenti di Cristo Signore che ci esorta ad interpretare “i segni dei tempi” (Mt 16,3), fra tanta tenebrosa caligine scorgiamo indizi non pochi che sembrano offrire auspici di un’epoca migliore per la Chiesa e per l’umanità» (HS 4).
È attraverso i segni dei tempi che, nel nostro pellegrinaggio storico, Dio ci comunica la sua sollecitudine redentrice, in un contesto dove sembrerebbero prevalere disordine e confusione. Occorre quindi riconoscerli e interpretarli per arrivare alla provvidenza amorosa di Dio che ci viene comunicata in questo modo.
Quali sono i segni dei tempi in generale?
Nella prospettiva cristiana esistono tre grandi categorie di segni dei tempi: primordiali, perenni ed episodici. L’evento cristico, nella sua totalità, è il «segno dei tempi primordiale», nel senso che tutti gli altri segni devono essere interpretati alla sua luce. La categoria di «segni perenni» ne annovera due: il creato in quanto tale (che indica la provvidenza di Dio); il corso della storia in quanto tale (che manifesta la continua vicinanza di Dio). I «segni episodici», infine, si riferiscono a eventi storici particolari, positivi o negativi. Per identificarli e per coglierne il significato si richiede il discernimento. Mentre il creato in quanto tale, come pure i tempi di pace e di armonia potrebbero più facilmente mostrare la provvidenza di Dio, di solito i tempi difficili richiedono un’interiorizzazione di carattere sociale e personale, che porta al pentimento e alla purificazione.
Per riconoscere i segni dei tempi occorre comprendere il linguaggio dello Spirito…
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HOW TO READ THE SIGHS AND SIGNS OF OUR TIMES?
The first to introduce the expression “signs of the times” into official Catholic language was Pope John XXIII, in the 1961 Apostolic Constitution, Humanae salutis. Through the signs of the times, God communicates to us his redemptive concern in a context where disorder and confusion seem to prevail. It is therefore necessary to recognize the signs of the times and interpret them through discernment. Today, peace movements, forced migration and every other burning issue, such as the Covid-19 pandemic, environmental degradation, religious fundamentalism, and the emergence of violent nationalist ideologies, can be considered “signs of the times” that invite us to provide a constructive response.