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Dopo aver esaminato in maniera lucida e circostanziata, nel suo L’ Italia sospesa (2009), il ruolo svolto dal sistema delle relazioni internazionali – e soprattutto dagli Stati Uniti – nel determinare l’evoluzione del quadro politico interno che ebbe luogo nel corso degli anni Settanta, Umberto Gentiloni Silveri, analizzando quello che ha definito un «terribile paradosso della Storia», ha ricostruito con esattezza, in Bombardare Auschwitz (2015), la fitta trama di incomprensioni che nei cruciali mesi del 1944 indusse gli alti comandi alleati a sottovalutare la necessità di sganciare ordigni esplosivi su quel lager situato nella Polonia meridionale. Lo studioso è così riuscito a far luce sul ritardo con cui le istituzioni e l’opinione pubblica dei Paesi occidentali sono arrivate a comprendere le dimensioni della Shoah, a tentare di riflettere a fondo sull’argomento e a rendersi conto delle proprie responsabilità.
Ora ci propone la sua sintesi relativa agli oltre 70 anni di storia repubblicana. Ben consapevole della complessità del presente, egli decide di procedere per quesiti irrisolti, ai quali si potrà tentare di dare una risposta soltanto approfondendo la propria ricerca e sottoponendola a continue verifiche: dando insomma luogo, «in un campo aperto e libero», a un confronto ininterrotto «che spesso (e per fortuna) si nutre di punti di vista, approcci, visioni e analisi che si misurano senza giungere a certezze o verità acquisite» (p. 8). Si tratta dunque di comprendere il passato in maniera che esso sia in grado di indicare una direzione di marcia, l’itinerario tra una provenienza e un possibile approdo; tutto questo alla luce delle infinite sfaccettature che caratterizzano l’età contemporanea, senza seguire percorsi precostituiti né accettare verità imposte dall’alto.
Riguardo poi ai contenuti dell’opera, va osservato come lo storico concentri la propria attenzione sulle fasi principali di un cammino attraverso il quale è venuta formandosi una comunità nazionale – di orientamento sostanzialmente democratico e con uno spiccato interesse per la partecipazione alla vita pubblica – i cui diritti e doveri sono stati sanciti dalla Costituzione del 1948. Un cammino che l’autore inserisce sia in una prospettiva di lungo periodo sia nell’ambito dei numerosi rapporti internazionali, valutandone gli sviluppi alla luce di categorie quali tradizione e innovazione, avanzamento e regresso. Dal momento che, a suo avviso, «il contesto nazionale si è costantemente immerso in una rete di vincoli, relazioni, interdipendenze. Una costruzione continua fatta di compatibilità, limiti, aspirazioni e interessi» (p. 386).
Emerge così, dalla disamina dello studioso, come l’Italia contemporanea affondi le proprie radici nel dopoguerra europeo, nell’edificazione di una democrazia rappresentativa, capace di includere vasti strati della collettività che erano stati tenuti a lungo ai margini della vita delle istituzioni o ne erano stati addirittura esclusi, e di indirizzare il destino comune verso il conseguimento di una pace duratura e un sempre maggiore benessere. Una situazione che, negli ultimi decenni, ha trovato conferma in un notevole numero di indicatori: dal crescente livello dei consumi all’elevata longevità, dalla costante diminuzione della mortalità infantile alla migliore qualità dell’alimentazione.
Oggi però sembra avere la meglio uno stato d’animo connotato da insoddisfazione e paura. La storia, tuttavia, non si può cancellare: alle origini del presente, con i suoi successi, le tante sconfitte, i traguardi conseguiti, i ritardi accumulati, c’è la trama che delinea l’evoluzione dell’Italia repubblicana. Una trama costituita da una pluralità di epoche, situazioni, linguaggi e protagonisti, che dovremmo conoscere a fondo; avremmo in tal caso a disposizione uno strumento in grado di aiutarci a delineare nuovi itinerari che non provochino fratture difficilmente sanabili e non costringano il Paese ad attraversare periodi caratterizzati da una pericolosa instabilità.
UMBERTO GENTILONI SILVERI
Storia dell’Italia contemporanea 1943-2019
Bologna, il Mulino, 2019, 408, € 27,00.