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Cosa accomuna la Germania del 1933 all’Italia di oggi? Le analogie sono davvero tanto numerose come sembrano? Gli incubi del passato potrebbero ragionevolmente ripresentarsi nel prossimo futuro? In questo saggio l’inviato speciale e romanziere Siegmund Ginzberg tiene a sottolineare fin dalle prime pagine come la distanza tra similitudini e previsioni sia amplissima e debba quindi indurci a effettuare ogni paragone con la massima cautela. Certo, la campagna elettorale permanente, la sistematica ricerca di un capro espiatorio, i provvedimenti sbandierati a favore del cosiddetto «popolo», l’odio che avvelena la scena politica, il gigantesco indebitamento dello Stato, la gestione demagogica delle finanze pubbliche costituiscono elementi sui quali riflettere e che fanno somigliare pericolosamente l’odierna situazione italiana a quella nella quale si consumò la fine della Repubblica di Weimar.
L’autore è tuttavia ben consapevole che la storia, ammesso che tenda a ripetersi, non lo fa mai nella stessa maniera e che il nostro mondo ha ben poco da spartire con quello in cui il nazismo prese il potere e avrebbe poi instaurato la propria dittatura. Osserva in ogni caso con un certo stupore: «Ma alcuni sintomi, segnali, processi, atteggiamenti si assomigliano. Non sono identici, ma si evocano in qualche modo» (p. 23). È questa la «sindrome» citata nel titolo del libro: un termine che, in medicina, sta appunto a indicare un insieme di avvisaglie dalla cui presenza è possibile dedurre l’imminente insorgere di una malattia. E dopo qualche riga, riguardo alla nomina a cancelliere di Hitler nel gennaio 1933, Ginzberg aggiunge: «È inquietante scoprire che, contrariamente all’idea che ce ne facevamo, ci si arrivò in modo banale, non dissimile dalla prosaica normalità dei giorni nostri: attraverso una serie interminabile di elezioni, culminate nel 1933».
L’autore, dunque, non inventa nulla: si limita invece a operare una scelta della quale non fa mistero, perché rilegge la storia tedesca dei primi anni Trenta privilegiando quanto può richiamare alla mente del lettore vicende, cronache e polemiche legate all’attualità italiana.
Per quanto riguarda, poi, la descrizione della Germania dell’epoca, occorre notare come Ginzberg ricostruisca con cura il contesto politico-culturale di quegli anni, riportandone efficacemente le ossessioni, il crescente senso di inquietudine, il clima di generale intolleranza e il sempre più feroce antisemitismo.
La scorrevolezza della prosa, la rapidità del ritmo, la concisione dei periodi e l’essenzialità del lessico contribuiscono, infine, a fare di Sindrome 1933 un saggio circostanziato e incisivo. Uno studio, insomma, che si dimostra in grado di stimolare l’interesse del lettore e di fornirgli numerosi spunti di riflessione.
SIEGMUND GINZBERG
Sindrome 1933
Milano, Feltrinelli, 2019, 192, € 16,00.