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Il contesto dell’articolo. Qualcuno ha affermato che il XIX secolo aveva visto, come forma d’arte principale, l’ascesa del romanzo, e il XX secolo quella del cinema. Questo sembrerebbe invece il secolo delle serie televisive, che sono diventate una parte importante della cultura contemporanea.
Perché l’articolo è importante?
A lungo considerate un genere minore, le serie, che si sono moltiplicate in modo esponenziale, hanno anche ottenuto, nel complesso, un notevole miglioramento della loro qualità. Riprendendo alcune categorie della narratologia, l’articolo nota come esse usino in parte le stesse tecniche dei grandi feuilletons, e come la loro natura, a volte ripetitiva e frammentata, le avvicini alla nostra vita reale, in particolare alle nostre vite contemporanee, che spesso sono instabili e mancano di unità.
L’articolo esamina così la loro cosiddetta «struttura a U», che prevede sempre nella narrazione la presenza di un punto nodale che provochi una crisi o un cambiamento; la logica del «contratto di visione», mutuata dalla letteratura, in cui si parla di un «contratto di lettura», e che include una «promessa» allo spettatore; il gioco delle peripezie, col noto espediente del cliffhanger (il «finale sospeso»). Tutto ciò, insieme all’attaccamento dello spettatore ai personaggi, anche a prescindere dalla tenuta del racconto, contribuisce al successo delle serie.
Le serie, chiosa l’articolo, funzionano perché ci parlano della nostra umanità e, in questo senso, si inscrivono nella continuità dei miti, dei feuilletons e dei romanzi. Quindi esse appaiono al tempo stesso originali e non totalmente nuove. Per questo, sono un luogo privilegiato per riflettere sui cambiamenti attuali dell’esistenza umana.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Potremo un giorno dire che il XXI secolo è stato il secolo delle serie televisive?
- Le serie televisive sviluppano una forma artistica originale nella narrazione?
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TELEVISION SERIES AND CONTEMPORARY LIVES
Tv series have become an important part of contemporary culture, and both their number and quality have grown. Could they become the artistic genre of the 21st century? Do they represent an entirely new departure from novels or films, or can they be inscribed in the series of nineteenth-century feuilletons? In taking up certain narratology categories, we note how they employ in part the same techniques as the latter, and how their sometimes repetitive and fragmented nature brings them closer to our real lives, particularly our contemporary lives, which are often unstable and lack unity. As a consequence, TV series appear both original and not totally new to us. They are a privileged place to reflect on current changes in human existence.