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Come si evince dal sottotitolo, il libro raccoglie una serie di articoli – pubblicati su La Civiltà Cattolica – nel tempo della pandemia, un tempo che è stato anche di verifica circa le opportunità offerte dalla rivoluzione digitale, in particolare l’ipotesi che possa essere un’effettiva alternativa alla vita fisica.
Un tema complesso e affascinante, che attraversa la prima parte del libro e affronta disparati argomenti: la comparazione tra uomo e macchina circa la capacità di svolgere compiti complessi, la memoria, la valutazione, i videogiochi e le relazioni affettive. Ne emerge un panorama articolato, dove si incrociano possibilità inedite e antiche problematiche.
Per fare un esempio, parlando della relazione tra essere umano e robot (pp. 29-42), l’autore mette in parallelo il sogno di una relazione con un partner sempre fresco e giovane e il dialogo tra Ulisse e Calipso nell’Odissea: quel sofferto confronto risulta essere di grande attualità alla luce delle possibilità dispiegate dai nuovi mezzi.
La dipendenza sessuale online è il tema dominante della seconda parte della raccolta. Le ricerche in proposito mostrano i gravi danni che questa comporta a livello cognitivo, immaginativo, di interessi e di relazioni. La panoramica presentata risulta ancora più allarmante se si tiene conto dell’età degli utenti: «La pornografia online coinvolge una fascia amplissima di ragazzi e adolescenti: sembra che il 90% ne faccia uso, e l’età media di accesso è attualmente di 8/9 anni, quando un genitore (per lo più sprovveduto) regala al figlio l’iPhone dandogli la possibilità di accedere a contenuti difficilmente raggiungibili fino a qualche decennio fa. Ma il cybersex, purtroppo, si presenta soprattutto come un fenomeno trasversale, che attraversa a macchia d’olio ogni età e condizione» (p. 8).
In tal modo la pornografia è diventata di fatto il canale ordinario per apprendere la sessualità, con conseguenze allarmanti come l’ansia da prestazione, l’umore disforico e la crescente insoddisfazione circa la propria vita, che porta a un aumento dei comportamenti violenti (cfr pp. 142-145).
Ad aggravare tale situazione è stata l’irruzione del Covid-19: la frequentazione di siti pornografici ha avuto un notevole incremento nel corso del primo lockdown. Da qui i gravi interrogativi che tutto ciò pone a livello educativo.
E il Covid-19, con le sue caratteristiche inedite, è il tema cui sono dedicati i contributi della terza parte del libro. Esso ha rappresentato anzitutto una lezione di umiltà: un piccolo virus ha ridimensionato l’alone di sapere certo e indiscutibile sinora attribuito alla scienza, e ha mostrato quanto siano indispensabili saperi ritenuti a torto vetusti e sorpassati, ma capaci di offrire un approccio sapienziale alla vita e alla morte. Il clima apocalittico che ha caratterizzato l’intero Pianeta nel corso di pochi mesi ha ricordato quanto sia importante raccontare il trauma per poterlo vivere in maniera proattiva, notando le possibilità in gioco.
L’A. nota che proprio questo è uno degli insegnamenti più preziosi della Bibbia: «La storia di Israele è stata in gran parte storia di eventi catastrofici: schiavitù, persecuzioni, invasioni e distruzioni, divisioni e conflitti interni, deportazioni, epidemie, stragi, lutti, esili. Ma il trauma non è mai l’esito finale, da esso nasce, come una sorta di grembo generativo, “una epistrofe, cioè una reazione che ricostruisce dalle macerie un’identità permanente e innovativa”» (pp. 220-221).
Le epistrofi che la pandemia ha portato alla luce sono la capacità di fermarsi, di confrontarsi con il silenzio, di offrire il proprio aiuto a chi è in difficoltà e soprattutto l’importanza delle relazioni, parola che non a caso è anche il titolo scelto per la raccolta. Esse sono ciò che ci aiuta ad affrontare nella maniera migliore possibile le situazioni che la vita presenta: «Non “la corsa del topo”, il cyborg, l’ibrido o l’uomo divinizzato dalla scienza, ma le relazioni. È il valore differenziale alla base della felicità, anche nelle situazioni di precarietà e indigenza, richiesto con insistenza in forme dirette e indirette dalla sofferenza dei più giovani» (p. 235).
La minaccia del Covid-19 è stata in breve tempo dimenticata, ma i problemi che ha portato alla luce mostrano la presenza di altri virus, meno evidenti ma altrettanto devastanti per la salute: la solitudine, la mancanza di senso e l’incapacità di saper stare con sé stessi. Sono virus spirituali, molto più difficili da sconfiggere, perché richiedono di rimettere in discussione i criteri delle proprie scelte di vita.
GIOVANNI CUCCI
Relazioni. Tra Covid e digitale
Milano, Àncora, 2023, 238, € 20,00.