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La scansione del tempo mediante feste e ricorrenze è presente in tutte le religioni, ma riveste anche una funzione pubblica e sociale. Da quando Costantino, nel 321, stabilì che il dies solis, il «giorno del sole», dovesse essere, per rispetto dei cristiani, un giorno di riposo dagli affari pubblici, il calendario cristiano è entrato nella sfera civile. Ci volle però molto tempo prima che il dies solis diventasse ufficialmente dominica dies, «giorno del Signore», e si strutturasse un calendario annuale completo, incentrato soprattutto sui misteri della vita di Cristo.
Nei Paesi di antica tradizione cristiana, nonostante le forti spinte verso la secolarizzazione, queste feste, come il Natale e la Pasqua, sono ancora presenti, ma il loro vissuto di fede è limitato ai pochi praticanti. Tuttavia, anche in questi ultimi è scarsa la conoscenza dell’origine e del significato di tali ricorrenze. Per questo il volume di Angelo Di Berardino, dell’Institutum Patristicum Augustinianum, si presenta come un indispensabile strumento per chi voglia avere una prima e precisa informazione sull’anno liturgico cristiano e le sue varie componenti (pensiamo soprattutto ai predicatori e ai catechisti).
Dopo una necessaria introduzione sul significato del tempo liturgico e sulla concezione religiosa della festa, l’autore dedica una particolare attenzione al sabato (di origine ebraica) e alla domenica, giorno tipicamente cristiano. Non vi è dubbio che i primi discepoli si riunissero regolarmente «il primo giorno della settimana», giorno della risurrezione del Signore. Si può dunque dire che la domenica, con la celebrazione dell’eucaristia, risale senz’altro ai tempi apostolici.
La stessa cosa si deve dire per la Pasqua, anche se le testimonianze di una Pasqua cristiana sono più tardive. I cristiani di origine giudaica e che vivevano in ambiente giudaico – pensiamo a Gerusalemme – non potevano non celebrare la Pasqua ebraica, dandole però un nuovo significato. Già Paolo, scrivendo ai Corinzi, parlava di «Cristo, nostra Pasqua» (1 Cor 5,7). Attorno a questo mistero centrale della fede cristiana si sono poi strutturati nel tempo un periodo di preparazione (Quaresima) e uno di prolungamento (Tempo pasquale), fino alla Pentecoste. Più tardivo è il ciclo che riguarda le feste della natività: il Natale e l’Epifania.
Il volume contiene anche indicazioni su altre ricorrenze minori del Signore. Un certo spazio è dato poi alle feste della Beata Vergine Maria, alcune delle quali, come quella dell’Assunzione e dell’Immacolata, hanno ancora un forte impatto popolare. Veniamo così a sapere che la festa latina dell’«Immacolata Concezione», purtroppo appena accennata, era in origine celebrata in Oriente come la festa della «concezione di Maria», che riguardava più la madre Anna che Maria stessa. I capitoli IX e X sono dedicati al culto dei martiri e dei santi, e contengono illuminanti spiegazioni sulle motivazioni teologiche e spirituali di tali pratiche. Particolare risalto è dato alla festa dei santi apostoli Pietro e Paolo, che fin dal III secolo si celebra a Roma il 29 giugno.
In tutto questo imponente lavoro, Di Berardino è attento a riportare anche le tradizioni liturgiche presenti nell’Oriente cristiano, senza nascondere le divergenze dovute a particolari situazioni locali. La documentazione è sempre di prima mano, corredata con l’essenziale bibliografia. L’A. intende così «portare a un pubblico più vasto quelle che sono le conoscenze che la ricerca storica sta ottenendo dalle indagini sulle fonti antiche» (p. 5). Sarebbe stato doveroso mettere nella ricca bibliografia finale anche l’opera sempre valida di Mario Righetti, Manuale di storia liturgica, i cui quattro densi volumi, compreso quello dedicato all’anno liturgico, sono stati più volte ristampati e aggiornati (ultima ristampa 2005).
ANGELO DI BERARDINO
Origini e significati delle feste cristiane
Trapani, Il Pozzo di Giacobbe, 2023, 336, € 35,00.