|
Questo è il terzo volume di una raccolta di meditazioni sul Vangelo di Matteo del monaco e mistico del Novecento don Divo Barsotti (1914-2006). Non si tratta di commenti, che per l’autore portavano in sé il rischio di idolatria del testo, bensì di meditazioni: «Il fine deve essere l’incontro con Dio, non con noi stessi e le nostre idee».
Il volume è stato curato da p. Martino Massa, che ha raccolto i brani dettati dal monaco tra il 1958 e il 1962 negli incontri settimanali con i suoi figli e figlie spirituali presso l’oratorio di San Francesco Poverino, a Firenze.
Per Barsotti, in Matteo troviamo il gusto ebraico del proverbio, della parabola; anzi, «non vi è libro di poesia ebraica più puro e più alto di Matteo». E il gusto della narrazione pervade questa raccolta, invitando il lettore a una lettura orante, che lo conduce all’incontro con Dio.
Nell’episodio della prima moltiplicazione dei pani, l’autore richiama al rapporto vivo con Cristo, che è stato il desiderio costante di tutta la sua vita monastica: «Rendiamoci conto prima di tutto che il nostro rapporto col Cristo […] non è una componente della nostra vita umana in cui c’è la vita di salotto e c’è la vita religiosa, c’è il rapporto con Cristo e c’è il rapporto con le creature, col marito, coi figli che amiamo, con gli uomini con cui lavoriamo, con gli uomini del proprio partito. No, non c’è che Lui. Cristo è veramente esclusivo. Egli vuole l’uomo tutto per Sé, se l’uomo si è deciso a seguirlo» (p. 30).
Leggendo gli scritti di Barsotti, si capisce che per lui la fede è sempre qualcosa di eroico e che non saremo uomini di fede finché non saremo santi. Pietro chiede a Gesù: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque» (Mt 14,28), e l’autore commenta: «Ti sei donato a Lui precisamente perché era il Signore che ti chiamava: ma ricordati, come Pietro affonderesti in quel medesimo istante in cui il dubbio entrasse nel tuo cuore. In cui lo sgomento, la paura raffreddassero il tuo entusiasmo, togliessero libertà al tuo amore. Gettati nell’acqua! Gettati nel vuoto! Il Signore ti porterà. È questo che il Signore ci chiede: un atto di fede e saremo portati» (p. 44). E ancora esorta: «Non bisogna mai guardarsi per vedere che cosa Dio opera in noi. Dio opererà sempre di più, ma tutto sarà naturale e semplice. Cammina sull’acqua, ma non guardare l’acqua; […] giungerai a Lui se rimarrai fisso in Lui e non se cercherai dove mettere i piedi».
In Barsotti l’uomo si affida a Cristo, e Dio si affida all’uomo. Gesù chiede ai discepoli: «Voi chi dite che io sia?», e Pietro risponde: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,15-16). Pietro riconosce Gesù, «ma l’uomo non era uomo fino a che Dio non l’ha riconosciuto come tale. È Dio che dà il nome all’uomo – “pietra” – di solidità, di immutabilità, di vita. È dalla confessione che egli fa del Cristo che egli stesso vive» (p. 97).
Queste meditazioni parlano all’uomo di oggi che cerca Dio e che lo incontra nel silenzio, nel deserto, nella contemplazione. Afferma l’autore: «Alcune anime saranno portate furtivamente fuori dalla folla, separate dagli uomini, per vivere questa esperienza divina, perché poi a loro volta confortino gli altri, mentre tutti invece dovranno, e anch’essi, esser sottoposti alla croce, ai tormenti, conoscere tutte le umiliazioni della vita presente: sarà di conforto, di sicurezza, di appoggio per tutti la testimonianza di alcuni» (p. 121). E Barsotti è stato uno di questi testimoni.
DIVO BARSOTTI
Meditazioni sul Vangelo di Matteo. Capitoli 14-18
a cura di MARTINO MASSA
Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2020, 192, € 14,00.