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«La mappa di un territorio da esplorare»: così Livio Melina descrive, nella Prefazione al volume, il contributo che Alberto Frigerio, presbitero milanese, ha offerto al vasto pubblico. Il territorio da esplorare è l’enigma della differenza sessuale, questione cruciale del nostro tempo, mentre la mappa è l’accurata ricerca interdisciplinare, strumento importante anche per coloro che non hanno fatto studi specifici sul tema.
I quattro capitoli nei quali viene presentata la mappatura del territorio offrono un percorso storico culturale (cap. 1), scientifico-psicologico-filosofico (cap. 2), biblico-teologico (cap. 3) e un approfondimento circa questioni specifiche, quali il transgenderismo e l’omosessualità (cap. 4). È un itinerario capace di «elaborare strumenti concettuali in grado di attestare e dischiudere il senso antropologico» (p. 4) della differenza sessuale.
La presenza in nota di molti studi scientifici rende il volume un riferimento prezioso per coloro che desiderano approfondire l’argomento, mentre le note conclusive, alla fine di ogni capitolo, permettono al lettore di avere una sintesi di quanto si sta elaborando.
L’analisi delle radici storiche della «rivoluzione sessuale», oggetto del primo capitolo, evidenzia come questa rivoluzione abbia provocato una triplice frattura, già riconosciuta da Joseph Ratzinger, «tra sessualità e matrimonio, tra sessualità e procreazione, e tra sessualità e amore» (p. 18). La precarietà delle relazioni affettive e i disagi provocati dalle famiglie monoparentali, dalle famiglie composite, dalle famiglie conviventi e da quelle omoparentali presentano, oltre agli aspetti empiricamente rilevati, un vulnus teoretico: quello di avere un accesso immediato al godimento sganciato dalla legge, «che è condizione per l’esistenza e l’esercizio del desiderio, che altrimenti è ridotto a impulso privo di forma e direzione» (p. 25).
Tre indagini occupano il secondo capitolo, nel quale viene descritta la nozione di differenza sessuale secondo gli ambiti degli studi biologici, psicologici e filosofici. La mappatura offerta è articolata, frutto anche delle competenze specifiche dell’A. in medicina e neuroscienze. Da rilevare che sesso, genere e cultura sono indubbiamente elementi intrecciati tra loro, ma, «se è vero che ciò che si dice sul sesso contiene sempre un’affermazione sul genere […], è altrettanto vero che la mediazione culturale è posta nel solco di un dato originario, come invece manca di rilevare il culturalismo radicale» (p. 69).
Indicare alcune tracce circa il carattere teologico della differenza sessuale è l’obiettivo del terzo capitolo. La sapienza antica, il testo biblico e la teologia dei sessi balthasariana sono i tre rilevamenti di tale mappatura, arricchiti da un breve excursus sulla denominazione di Dio, che è uno dei temi cardine della teologia femminista. Le pagine di questo capitolo sono dense, ma le note conclusive, qui presenti al termine di ogni paragrafo, facilitano la visione di insieme e i punti essenziali del discorso. Questo ci sembra essere il capitolo più importante del testo, perché ai significati biologici, psicologici e filosofici della differenza sessuale quelli teologici offrono la luce rivelata, necessaria per una loro piena comprensione.
Il quarto capitolo è senza dubbio il più originale. Qui la differenza sessuale è posta di fronte alla condizione transgender, cioè di una persona che non si riconosce nel suo corpo, e all’omosessualità, realtà di chi desidera una persona uguale a sé nel corpo. L’indagine epigenetica e neuroscientifica smentisce la lettura biologista, ammissibile negli animali, che pone una determinazione causale tra dato biologico e attitudine sessuale. Non è la causalità, bensì la correlazione la categoria appropriata, perché «nell’essere umano la sessualità è al tempo stesso biologicamente data, psicologicamente elaborata, e moralmente scelta» (p. 178).
La disarmonia tra sex e gender delle persone non-eterosessuali, in particolare della popolazione transgender, genera un disagio psichico. Ricondurre questo malessere «unicamente o comunque principalmente a discriminazione, stigma e stress sociale, come vorrebbe il social stress model, non è avallato dalle evidenze scientifiche, che invitano piuttosto a ricercare motivi più profondi e radicati del malessere psichico» (p. 151). La coppia omoerotica differisce di grado e di qualità da quella formata da un uomo e una donna, in quanto manca sia della fecondità biologica sia dell’apertura radicale propria della complementarità sessuale.
Decisive sono le conclusioni: «Il soggetto transgender è invitato a non procedere alla transizione sessuale, mentre il soggetto con attrazione omoerotica è invitato a vivere la castità» (p. 179).