«Manifestare l’amore salvifico di Dio, dato in Gesù Cristo a tutta la creazione»[1]: è questa la missione della Chiesa. Tale missione ha delle conseguenze nelle diverse sfere della vita umana, da quella economica a quella sociale, passando dalla famiglia, dalla politica e dall’ecologia. La dimensione sociale del Vangelo è intrinseca al Vangelo stesso e, parafrasando Henri de Lubac, si può dire che parlare di «cristianesimo sociale» andrebbe sempre visto come un pleonasmo[2]. Nella tradizione cattolica, la dimensione sociale del Vangelo è stata resa particolarmente esplicita in un corpus magisteriale avviato nel 1893 dall’enciclica Rerum novarum di papa Leone XIII, e da allora costantemente arricchito dai suoi successori. Le encicliche di papa Francesco Laudato si’ (LS) del 2015 e Fratelli tutti (FT) del 2020 sono gli ultimi aggiornamenti di questo corpus[3].
Un documento di dottrina sociale della Chiesa ortodossa, approvato dal Santo Sinodo della Chiesa di Costantinopoli nel 2020, è particolarmente stimolante e arricchente per un cattolico. Nei suoi temi e nei suoi lineamenti generali, Per la vita del mondo. Verso un ethos sociale della Chiesa ortodossa (PVM)[4] è in sintonia con la dottrina sociale cattolica, ma evidenzia, nel contenuto e nella forma, accenti e sfumature, fonti e modi di ragionare diversi e talvolta inediti per il lettore cattolico. Dal tentativo di individuare alcune di queste differenze i cattolici possono trarre un grande arricchimento. Ogni dottrina sociale della Chiesa, sia essa legata a Roma o a Costantinopoli, è infatti teologia nel senso di uno svolgimento del mistero della salvezza.
I punti fondamentali di una dottrina sociale ortodossa
Nell’Introduzione, PVM pone le basi della dottrina sociale che sarà sviluppata in seguito. La definizione della persona umana come creata a immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26) è il punto di partenza della riflessione. In tutto il documento il riferimento all’immagine di Dio ricorre a più riprese per fondare orientamenti etici particolari. Questo non sorprende il lettore cattolico, abituato a vedere sviluppata, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, una riflessione personalista, incentrata sul principio della dignità della persona umana, di cui uno dei fondamenti teologici è il concetto di imago Dei. Tuttavia, nella dottrina cattolica il concetto di dignità della persona umana viene considerato essenzialmente come una conseguenza di Gen 1,26. Questo concetto è elevato al rango di principio fondamentale per l’intera dottrina sociale, accanto a quello del bene comune[5]. Tale approccio «di principio»
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