fbpx

Seguici su:

Carrello Accedi Iscriviti alla newsletter
Menu

Attualità

  • Politica
  • Diritti
  • Economia
  • Ecologia
  • Mondo

Pontificato

  • Conversazioni
  • Magistero
  • Viaggi apostolici

Cultura e Società

  • Letteratura
  • Storia
  • Filosofia
  • Psicologia
  • Sociologia
  • Cinema
  • Arte
  • Musica
  • Media
  • Teatro

Scienza e Tecnologia

  • Fisica
  • Astronomia
  • Genetica
  • Intelligenza artificiale

Eventi

  • Conferenze
  • Presentazioni

Chiesa e Spiritualità

  • Bibbia
  • Dialogo interreligioso
  • Diritto canonico
  • Vita spirituale
  • Teologia
  • Santi
  • Patristica
  • Liturgia
  • Pastorale
  • Storie

Edizioni internazionali

RIVISTA CULTURALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
Shop
Search
  • Attualità
  • Chiesa e spiritualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Pontificato
  1. Homepage
  2. Libri
  3. Le radici del populismo
Libri
Le radici del populismo di Annalisa Latartara

Le radici del populismo

Quaderno 4107-4108 - pag. 341 - 342

6 Agosto 2021


Il tema di questo volume è il consenso riscosso da partiti e movimenti populisti e lo scenario economico e geografico in cui si sono affermati fino a diventare forze di governo. A differenza di altri studi sui populismi, concentrati sugli aspetti politici, quello di Pier Giorgio Ardeni, professore di Economia politica all’Università di Bologna, prende in esame il rapporto fra condizioni economiche e orientamento dell’elettorato. L’analisi dei risultati delle consultazioni politiche del 2018, dei dati e delle caratteristiche delle aree urbane e periferiche da Nord a Sud del Paese mostra l’incidenza determinante delle disuguaglianze di reddito sul crescente consenso del populismo e spiega l’affermazione del M5S e della Lega. L’aumento delle disparità economiche, sociali, di istruzione e di accesso alle opportunità costituisce il motore del consenso populista.

Da una parte le disuguaglianze sempre crescenti e, dall’altra, il vuoto di proposta politica e l’assenza di una prospettiva hanno creato una «classe dimenticata» costituita. La ricerca mette in evidenza questo aspetto, non solo a partire dai poveri, ma anche dai ceti medi scivolati verso il basso, dai «perdenti della globalizzazione», dal popolo dei non garantiti, dei marginalizzati.

La crisi del 2008, le politiche rigoriste, l’assenza dei partiti mainstream – in particolare quelli di sinistra – sui temi del precariato, del disagio, delle disuguaglianze e delle derive locali e territoriali hanno alimentato la sfiducia nelle istituzioni e lasciato larghe fasce della società confuse e prive di rappresentanza, e quindi esposte alle allettanti proposte populiste.

La ricerca dettagliata e approfondita dell’autore, attraverso le due direttrici economica e geografica, sulla distribuzione territoriale del voto pentastellato, di quello leghista e la comparazione con la contestuale perdita di consensi delle forze politiche tradizionali – in particolare del centrosinistra e di Forza Italia – fa emergere un’evidente relazione fra livelli bassi e medio-bassi di reddito e voto populista. Il successo del M5S alle elezioni del 2018 è stato eclatante, con percentuali mai raggiunte da un partito nella storia repubblicana, soprattutto nelle regioni meridionali, dove esso è riuscito a intercettare il disagio e l’esclusione sociale di fasce di popolazione in cerca di protezione e sostegno economico.

La Lega, pur avendo avuto il suo exploit nelle regioni del Nord, ha ottenuto consensi senza precedenti anche in altre aree del Paese con fasce di reddito basso e molto basso, e soprattutto nelle aree periferiche, facendo leva sul sentimento anti-europeista dell’austerity e del rigorismo e su quello anti-immigrati.

Ai «perdenti della globalizzazione», non solo in senso economico ma anche culturale e identitario, si sono rivolti sia il Movimento 5 Stelle sia la Lega, rivelatisi capaci di portare al centro del dibattito temi trascurati da altre forze politiche e di far leva sul risentimento contro le élites, sull’incertezza e sulla paura. È un populismo che esprime «la rivalsa dei ceti dimenticati più che quella dei luoghi dimenticati» (p. 205) e porta a mettere in discussione la democrazia, chiamata a una nuova sfida: quella di ridurre le disuguaglianze.

L’analisi dell’autore, concentrata sulle due dimensioni di condizione sociale e di luogo, rintraccia le radici del populismo nelle disuguaglianze soprattutto economiche, fornendo la «spiegazione mancante» (p. 88) nell’ampia produzione bibliografica e di ricerca sull’argomento.

PIER GIORGIO ARDENI
Le radici del populismo. Disuguaglianze e consenso elettorale in Italia
Bari, Laterza, 2020, 264, € 18,00.


Acquista il Quaderno
Autore

Pier Giorgio Ardeni

ABBONATI

Dal 1850, la rivista internazionale dei gesuiti. Scegli l’abbonamento che preferisci: carta + digitale o solo digitale.

Scopri di più

Dallo stesso Quaderno

Sospiri e segni dei nostri tempi: come leggerli?

Il primo a introdurre l’espressione «segni dei tempi» nel linguaggio cattolico ufficiale fu papa Giovanni XXIII, nella Costituzione apostolica Humanae...

5 Agosto 2021 Leggi

Cavour a 160 anni dalla morte

Camillo Benso conte di Cavour, di cui quest’anno ricorre il 160° anniversario dalla morte[1], fu «il grande regista» del Risorgimento...

5 Agosto 2021 Leggi

Il popolo di Dio come tempio

Si deve cercare Dio nella solitudine o nelle relazioni umane? Le due vie sono entrambe valide, ed è un fatto...

5 Agosto 2021 Leggi

Volti vecchi e nuovi della questione delle vocazioni

Il carattere ormai chiaramente globale e frammentato della realtà cattolica fa sì che le situazioni che riguardano le vocazioni al...

5 Agosto 2021 Leggi

Lo spirito distruttivo

La riflessione che presentiamo ha un intento puramente platonico. Quando usiamo l’espressione «amore platonico», di solito lo facciamo per riferirci...

5 Agosto 2021 Leggi
Buddhist temple in Elista

I calmucchi: i buddisti d’Europa

Quando si parla di religioni tradizionali, radicate da secoli in Europa, ovviamente si pensa innanzitutto al cristianesimo, al giudaismo, ma...

5 Agosto 2021 Leggi

Giovanni Paolo II e la Dottrina sociale della Chiesa

Quando, il 16 ottobre 1978, i cardinali riuniti in conclave elessero il cardinale Karol Wojtyła come successore di san Pietro,...

5 Agosto 2021 Leggi

San Roberto Bellarmino, servitore della verità e dottore della chiesa

Quattro secoli fa, il 17 settembre 1621, il cardinale Roberto Bellarmino terminava a Roma la sua vita terrena. Aveva quasi...

5 Agosto 2021 Leggi

L’eroe elusivo

I cineforum si sono dimostrati un terreno di riflessione fertile, che ci ha aiutati a comprendere meglio la straordinaria complessità...

5 Agosto 2021 Leggi

Beatus Populus Cuius Dominus Deus Eius

La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs 70/2017 (ex L. 250/90). Importo lordo erogato per l’anno 2022: € 287.619,29

  • Attualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Chiesa e spiritualità
  • Eventi
  • Pontificato
  • Chi siamo
  • Le edizioni internazionali
  • Abbonati
  • Dona
  • Biblioteca
  • Shop
  • Ricerca
  • Newsletter
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Termini e Condizioni
  • Condizioni di vendita
  • Pubblicità
  • Contatti
  • FAQ
  • Accedi
Icona del Livello A di conformità alle linee guida 1.0 del W3C-WAI riguardanti l'accessibilità dei contenuti del Web

© LA CIVILTÀ CATTOLICA 2025 | Partita iva 00946771003 | Iscrizione R.O.C. 6608

I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.