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Dal 2017 al 2020 il gesuita Roland Meynet, professore emerito di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana, ha pubblicato i risultati della sua monumentale ricerca sulla composizione del Salterio (in lingua francese). Si tratta di un commentario in cinque volumi, tanti quanto sono i libri della raccolta biblica (divisione tradizionalmente riconosciuta a partire dalle dossologie conclusive: Sal 41,14; 72,18-20; 89,53; 106,48; 150). A questi l’esegeta aggiunge un sesto volume, dedicato all’ascolto della grande sinfonia d’insieme del libro della preghiera di Israele.
L’attenzione a cui da tempo p. Meynet ha abituato i suoi lettori e gli specialisti è totalmente consacrata alla forma del testo, portatrice di senso, come ribadiva il maestro p. Paul Beauchamp: in questa prospettiva, il Salterio non è semplicemente una raccolta di preghiere «giustapposte», ma una composizione organica che segue le leggi tipiche della letterarietà del mondo semitico. Un tale lavoro di analisi, che ha riguardato tutti i livelli di composizione testuale (dai singoli salmi a insiemi di essi – le sequenze e le sezioni –, fino ai singoli libri che costituiscono il Salterio), non si è potuto appoggiare a ricerche significative precedenti, almeno per il grado di attenzione alla forma letteraria e alle relazioni compositive che l’autore ha cercato di portare alla luce. Il contributo specifico è allora la scoperta di un di più che l’ascolto della composizione conferisce alla comprensione dei libri biblici e della loro teologia: il messaggio dell’intero libro biblico supera evidentemente la mera somma delle interpretazioni delle singole unità (i Salmi presi per se stessi).
I 41 Salmi che compongono il Primo Libro (Sal 1‒41) sono stati inizialmente organizzati in tre sezioni, secondo una struttura concentrica (l’esegeta ha poi riconosciuto una composizione «a due fuochi», con la funzione articolante dei Sal 19 e 25). Il Secondo Libro (Sal 42/43‒72) è articolato in cinque sezioni attorno ai cinque Salmi definiti «sottovoce» (mitkam; i Sal 56‒60). Il Terzo Libro (Sal 73‒89), pur contando soltanto 17 Salmi, forma una struttura molto regolare: due sezioni riguardanti il rifiuto da parte di Dio (Sal 73‒78 e 84‒89) incorniciano una sezione centrale, intitolata «All’istante Dio abbatterebbe i loro nemici» (Sal 79‒83). Il Quarto Libro (Sal 90‒106) è di costruzione ellittica: tre sezioni maggiori sono articolate da due corte sezioni, in cui viene espresso il desiderio di salvezza da parte di Dio (Sal 95) e dell’uomo (Sal 101). La composizione del Quinto Libro (Sal 107‒150) è segnata dalla centralità del lungo salmo sulla Legge – Sal 119 –, incorniciato dall’«Hallel egiziano» (Sal 113‒118) che celebra la prima Pasqua, e dai «Salmi delle ascensioni» (Sal 120‒134), che riguardano il ritorno dall’esilio di Babilonia. Alle estremità dell’intero libro si trovano ancora due unità che disegnano il passaggio dalla violenza alla lode (Sal 107‒112 e Sal 135‒145), mentre chiude la grande coda della dossologia dei Sal 146‒150.
Nell’ultimo volume, L’ ensemble du Livre des Louanges, sono offerte anzitutto le tavole di composizione dei 150 Salmi, suddivisi secondo le unità compositive precedentemente riconosciute: ciò permette una maggiore agilità nella lettura dei rapporti compositivi presi in esame per l’intero Salterio. Prima di entrare nell’interpretazione finale, l’operazione dell’intertestualità allaccia il Salterio al suo «compimento» particolare nel Nuovo Testamento (sono contemplate le sequenze di Lc 5,17-6,11 e quella della Cena in Lc 22,1-53).
Cosa emerge a lavoro compiuto? I cinque Libri del Salterio, come riconosceva già la tradizione, corrispondono ai cinque libri della Torah. Se in quest’ultima, infatti, è Dio che parla all’uomo, consegnandogli la Legge ed educandolo a camminare in alleanza con Lui, nel Salterio, invece, è l’uomo che parla a Dio attraverso la supplica e la lode. Nel grido supplice, l’uomo si pone di fronte al mistero del male, della violenza e del peccato. A volte pare quasi che l’orante rivendichi la sua innocenza, ma nel complesso si avverte come la preghiera dei Salmi riveli una profonda verità: è nell’intimo di ogni uomo che si nasconde questo veleno mortale capace di mettere in crisi l’alleanza con il Signore. Perciò, dalla constatazione della fragilità e del peccato sgorga la richiesta di perdono, e soprattutto la domanda insistente di essere aiutati da Dio nella comprensione e nell’attualizzazione della Legge donata.
P. Meynet riconosce in quest’ultima richiesta il filo ermeneutico principale del libro biblico, il suo fiume carsico. All’inizio, nel Primo Libro, l’orante chiedeva: «Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri» (Sal 25,4); e verso la fine, nel Salmo sulla Legge, ripropone: «Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti e la custodirò senza fine. Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua Legge e la osservi con tutto il cuore» (Sal 119,33-34).
Il Salterio diventa quel luogo, nelle Scritture, in cui prende corpo la vera preghiera, il vero anelito del cuore umano: una richiesta di rinnovamento dell’interiorità, segnata dalla violenza e dal dolore, ma sempre aperta alla speranza della lode e dell’unione con Dio. La Legge scritta sulle tavole di pietra deve passare nei cuori di carne! È questa, certamente, la visione annunciata dai profeti dell’esilio, l’arrivo di una Nuova Alleanza (cfr Ger 31,33). Il Salterio è proteso verso di essa in ogni tempo, attraverso il linguaggio della preghiera, in attesa del compimento finale della redenzione.
ROLAND MEYNET
Le Psautier, voll. 6
Leuven ‒ Paris ‒ Bristol CT, Peeters, 2017 – 2020
747; 637; 269; 422; 281; 308, € 72,00; 75,00; 54,00; 59,00; 54,00; 57,00.