RECENSIONE

Raimon Panikkar, Milena Carrara Pavan (ed.)

L’ARTE DEL SIMBOLO

L’arte del simbolo

Massimo Gnezda

Quaderno 4097

pag. 513 - 514

Anno 2021

Volume I

4 Marzo 2021
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Questo volume vuole essere un omaggio a Raimon Panikkar nel decimo anniversario della sua morte. Ci viene proposto un viaggio avvincente attraverso il simbolo, in un’accurata selezione di scritti, che rivelano l’ampio orizzonte spirituale, religioso, filosofico e culturale dell’autore, nato a Barcellona nel 1918 da padre induista e madre cattolica.

Filo conduttore del libro è la «quadruplice natura dell’uomo […] come microcosmo, specchio dell’intera realtà», costituito dai quattro elementi «terra, acqua, fuoco e aria» (p. 10). Ma perché il simbolo? Qual è la sua centralità per comprendere l’uomo e la sua identità più profonda? Una prima risposta ci viene offerta dal saggio introduttivo «Simbolo e simbolizzazione», in cui l’autore ricorda che «i simboli sono i mattoni ultimi con i quali è costruito l’edificio della realtà. Quando il simbolo ha bisogno di una spiegazione è perché è finito: ha cessato di essere simbolo. Il simbolo o lo si capisce o non lo si capisce; o stiamo in lui o non vi stiamo» (p. 20).

Questa comprensione del simbolo necessita di una «coscienza simbolica», che non è frutto di un ragionamento, ma piuttosto di una tensione estatica unificante. Per l’autore, il simbolo è una «relazione vissuta», è un accesso alla realtà, un essere in armonia «con se stessi, con l’ambiente che ci circonda, con il cosmo, e anche con il divino» (p. 36).

Tale consapevolezza viene ulteriormente esplicitata nel secondo saggio introduttivo, dedicato a L’ esperienza artistica, in cui Panikkar afferma che «il mondo sensibile […] non si esaurisce in quel che presenta ai sensi, né in quello che la ragione può ricavare. Il suo essere è pieno di significato e di simbolismo. Per questo c’è un conoscere più profondo delle cose, quando si riconoscono come simboli. Non per niente Gesù ci ha dato le sue più profonde lezioni in forma di parabole, come l’espressione più universale e perfetta di una realtà integrale» (p. 51).

Nell’intuire lo spirituale, la presenza divina nel sensibile si delinea anche il simbolismo della quaternitas perfecta dell’uomo, compresa in termini interculturali, che, se riscoperta, potrebbe porre fine a tante polarità contrapposte (uomo-terra, conoscenza-amore, arte-scienza, maschile-femminile).

Per l’elemento «terra», particolarmente suggestivo risulta il capitolo dedicato al monte Kailāsa, appartenente alla catena dell’Himalaya in Tibet e considerato sacro dall’induismo, dal bön, dal buddismo tibetano, dal gianismo, nonché dallo zoroastrismo. Per tibetani e indiani questa montagna è anche meta obbligata di un pellegrinaggio molto impegnativo (a volte si raggiungono i 6.000 metri), vera prova che conferisce sacralità all’esistenza, al senso del tempo e dello spazio, e relativizza le effimere sicurezze della mondanità.

Per l’elemento «acqua», l’autore ci offre, tra l’altro, i percorsi simbolici di tre fiumi molto importanti per la storia dell’umanità: il Giordano, il Tevere e il Gange. Il primo rimanda alle radici ebraiche di Gesù e del cristianesimo; il secondo alla cristianità, a Roma, dove trovarono la morte Pietro e Paolo; il terzo è sacro all’induismo, al buddismo e ad altre religioni orientali. Il Gange, inoltre, rappresenta le diverse spiritualità religiose presenti nel mondo, nella prospettiva di un intenso dialogo interreligioso e di un cammino comune che non tema contaminazioni, di cui Panikkar è stato un inimitabile testimone.

Questa profonda sensibilità religiosa ci fa comprendere anche la devozione mariana dell’autore Lo scritto «Il mistero di Maria» è fra i capitoli dell’elemento «fuoco». Maria è «modello di vita interiore», che «insegna con il suo esempio e la sua azione» (p. 196).

L’elemento «aria», infine, consente all’autore di offrirci un confronto interreligioso fra i diversi edifici sacri costruiti dall’uomo. L’uomo «architetto», fra interiorità ed esteriorità, è chiamato a modellare «lo spazio come manifestazione della vita umana nel cosmo» (p. 245), a ri-creare lo spazio come «spazio sacro», perché «abitato dallo Spirito» (p. 267).

RAIMON PANIKKAR
L’arte del simbolo
a cura di MILENA CARRARA PAVAN
Milano, Jaca Book, 2020, 292, € 50,00.

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