|
Nella Premessa, posta in apertura di questo libro assai profondo e molto complesso, l’autore, facendo riferimento a un suo volume precedente intitolato Verità finita (ETS, 2017), dichiara di averlo scritto per compiere «un passo ulteriore che ora […] intendo fare nella riflessione dedicata alla verità filosofica. Questa volta l’attenzione sarà spostata sulla dimensione del suo “contenuto” o, più precisamente, sul nucleo originario dell’incontrovertibile, ossia su ciò che è chiamato abitualmente il “fondamento”» (p. 10). Tali affermazioni fanno comprendere al lettore che l’autore ha voluto concentrarsi intorno alla questione della «totalità di ciò che è», opzione che, fin dai primordi del pensiero occidentale, ha indicato l’atteggiamento di chi si occupa della «filosofia prima», ovvero della metafisica. Nell’Introduzione, in effetti, egli mette in luce le differenze che sussistono fra la teoria fisica del Tutto, il Dio delle religioni e la Totalità assoluta di cui parla la metafisica.
Il destino di questa branca della speculazione intellettuale si è rivelato davvero particolare: per lunghi secoli essa è stata considerata una sorta di regina delle scienze filosofiche e del sapere tout court; poi ha conosciuto una significativa decadenza, tanto che uno degli imperativi del pensiero moderno è condensato nell’esclamazione Keine Metaphysik mehr! («Non più metafisica!»), risuonata tra l’Ottocento e il Novecento negli ambienti dell’empirismo logico; oggi, invece, «la metafisica sta vivendo […] una stagione particolarmente favorevole. Essa, ora, non è vista solo come l’impossibile teoria di “un mondo dietro il mondo”, che impedirebbe di essere fedeli alle parole e ai suoni della terra. La stessa conoscenza scientifica la circonda di attenzioni, sta ricucendo il legame che un tempo essa aveva rescisso e, sovente, ne richiede apertamente la collaborazione».
Messinese, docente di Storia della filosofia moderna e di Metafisica alla Pontificia Università Lateranense, è consapevole che le critiche nei confronti della metafisica non si sono certo estinte e si dimostra particolarmente attento a fare i conti con esse. Non casualmente la prima parte del volume viene dedicata a chiarire «il carattere antifondazionale che caratterizza gran parte della filosofia contemporanea» (p. 19), mentre un discorso di tipo diverso dev’essere fatto per il pensiero moderno. In quest’ultimo, infatti, il tema del «fondamento» era stato elaborato nella prospettiva del pensiero come «trascendentale», di cui Immanuel Kant è stato l’interprete più famoso, anche se il suo sviluppo più maturo lo si deve al successivo idealismo e poi all’attualismo di Giovanni Gentile. Mettendo a frutto la lezione di Gustavo Bontadini, l’autore intende mostrare che «il Logos della filosofia moderna non si costituisce come una posizione “pregiudizialmente” negativa riguardo all’affermazione dell’essere nella sua distinzione dal pensiero e dell’Essere trascendente l’esperienza» (p. 25).
Una sezione notevole del testo – la seconda e la terza parte – accoglie importanti riflessioni sui grandi temi dell’essere e dell’ente e, in tale contesto, tre sono i nomi a cui Messinese fa più spesso riferimento: Platone, Aristotele e san Tommaso. L’attenzione particolare dell’autore qui è di mostrare alcuni elementi che differenziano la metafisica di Tommaso da quella aristotelica.
La quarta parte espone la dimensione «verticale» del pensiero metafisico ed elabora la struttura di quella che è chiamata la «metafisica originaria», alla luce della quale si ritorna sulla costituzione metafisica degli enti. Nelle Conclusioni del volume viene mostrata la convergenza della trattazione dell’autore con la «metafisica dell’esperienza» teorizzata da Bontadini e viene fatto un confronto con la «metafisicità originaria», che per Kant e per Heidegger caratterizza l’essere umano.
Lo scopo principale che Messinese si propone in questo volume viene sinterizzato da lui stesso nell’Introduzione con questi termini: «In particolare, sarà dimostrato che la Totalità assoluta dell’essere è trascendente rispetto alla totalità dell’essere che appare e che quest’ultima ne dipende totalmente. Acquisendo dalla dimensione religiosa il nome di Dio per la Totalità assoluta di cui parla la metafisica, si potrà dire che questa ha il volto di “Dio creatore”» (p. 21).
LEONARDO MESSINESE
La via della metafisica
Pisa, ETS, 2019, 264, € 24,00.