|
Convivialità, eleganza, felicità: parole dense di fascino, che, tuttavia, sembrano descrivere situazioni ben lontane e assai diverse da quelle in cui vive l’umanità del nostro tempo. Di tale lontananza e diversità è pienamente consapevole Gionatan De Marco, prete della diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, il quale però non per questo rinuncia a proporre un percorso di speranza verso due mete che gli stanno particolarmente a cuore: la cittadinanza elegante e la felicità conviviale.
Si tratta di un cammino costituito da varie tappe, corrispondenti ad altrettante proposte esistenziali, che, per un verso, mettono in discussione gran parte delle certezze su cui stiamo costruendo un modello di vita personale e sociale non più sostenibile e, per un altro verso, delineano prospettive di cambiamento e di rinnovamento. A tale riguardo, tra le prime esigenze che oggi si impongono vi è quella di abbandonare l’egoismo.
Scrive l’autore: «La felicità personale esisterà solo quando verrà promossa, garantita e difesa la felicità sociale, quella felicità che nasce dal rispetto dei diritti di ciascuno, dall’ascolto dei bisogni di tutti, dalla valorizzazione dei buoni talenti di ognuno, dalla garanzia per tutti di un ambiente sociale sano, giusto, bello» (pp. 9 s).
Agli occhi di De Marco, la sconfitta dell’individualismo si presenta come uno dei segni distintivi di un curriculum vitae che manifesti «quell’eleganza che è arte innata del saper vivere, pensare e agire e che deriva dal verbo latino eligere, cioè scegliere» (p. 15).
Per descrivere questo spirito elegante, l’autore fa riferimento ad alcuni valori tipici della classicità e, più precisamente, della civiltà romana. Innanzitutto la fides, virtù cardine delle promesse e dei giuramenti, che ci obbliga alla responsabilità reciproca; poi la pietas, in forza della quale ognuno è chiamato a prendersi cura dell’altro; la maiestas, che appartiene a tutti, e non a un gruppo ristretto, e chiama ognuno a essere partecipativo e responsabile; la virtus, che garantisce l’esistenza di un legame indissolubile tra la persona e i valori interiori; la gravitas, che richiama alla mente la dignità, la serietà e l’autocontrollo; l’humanitas, pienezza autentica dell’essere uomo; l’amicitia, che tutti ci connette secondo uno stile improntato all’altruismo e al disinteresse; e infine la pax, valore irrinunciabile di una società conviviale.
Questa reinterpretazione davvero originale di alcuni valori del mondo antico permetterà al lettore di comprendere meglio la complessità dell’oggi, di cui De Marco descrive alcune componenti fondamentali: dalla cultura alla politica, dall’arte allo sport e al turismo. In questo nuovo contesto sarà possibile sperare che, come si legge nel n. 224 dell’enciclica Fratelli tutti, si presenti «il miracolo di una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza».