|
È difficile definire un personaggio così complesso come Origene. Nato ad Alessandria d’Egitto verso il 185 e morto a Cesarea di Palestina verso il 253, egli non è considerato un «Padre della Chiesa» in senso tecnico, ma solo uno «scrittore ecclesiastico», in quanto il suo pensiero ha sollevato perplessità dopo gli sviluppi teologici del IV e V secolo.
Origene fu un grande esegeta? Certamente, e forse il più grande della Chiesa antica, anche se la sua applicazione sistematica dell’allegoria fu e rimane ancora spesso incompresa, soprattutto se avulsa dalla sua spiritualità. In effetti, egli fu un grande mistico e un genuino uomo di Chiesa.
Può essere considerato un grande teologo? Anche qui la risposta non può essere che affermativa. La prova sta nell’opera che presentiamo. È intitolata I princìpi (Peri archōn), perché tratta di tutte le questioni basilari che un teologo deve saper esporre in un tutto coerente, se vuole essere detto tale: Dio, la Trinità, il mondo, le anime, l’uomo, il male, il libero arbitrio, la provvidenza, la Scrittura. Purtroppo quest’opera ci è giunta integralmente solo nella traduzione latina del monaco Rufino (fatta verso il 398): una versione sostanzialmente fedele, ma da valutare criticamente. L’originale greco è andato perduto, tranne alcuni lunghi estratti, citati in un’antica antologia di testi origeniani (chiamata Filocalia) e altri brevi frammenti.
La presente edizione bilingue, che porta la traduzione italiana del compianto Manlio Simonetti, può essere considerata il frutto più maturo di oltre 100 anni di studi, se partiamo dalla prima edizione critica di Paul Koetschau, pubblicata nel 1913 nel Corpus berolinese (GCS), passando per l’edizione curata da Henry Crouzel e Simonetti per le Sources Chrétiennes (Parigi 1978-84), per giungere all’edizione spagnola di Samuel Fernández (Madrid 2015). Quest’ultimo, che si considera un discepolo di Simonetti, ha curato l’introduzione e le note del presente volume.
Le 25 pagine dell’introduzione potrebbero sembrare poche per presentare un’opera così importante e così controversa, eppure sono esemplari per la loro concisione e la loro chiarezza. Esse trattano dello scopo e della struttura del Peri archōn, dei destinatari, del titolo e della finalità del trattato, nonché del suo impianto teologico. Fernández mette bene a fuoco lo scopo che Origene si era prefisso scrivendo quest’opera: mostrare che la fede cristiana poteva essere accolta anche da chi aveva esigenze intellettuali, purché fosse fondata sulla parola di Dio, scritta e trasmessa nella Chiesa ed esposta con ragioni solide e argomentate. In altre parole, Origene intendeva contribuire «a superare l’ostacolo principale alla diffusione del cristianesimo: il pregiudizio ostinato che la fede cristiana fosse solo per fanatici e ignoranti, e che per credere fosse necessario abbandonare la ragione» (p. 8). Questo pregiudizio era alimentato da quei cristiani «fideisti» che rifiutavano l’apporto della filosofia, ma che di fatto adottavano una filosofia implicita, che cadeva nell’irrazionale. Origene comprese che, se non avesse svolto il suo compito di presentare nel modo retto le dottrine della fede, le anime più avide di verità si sarebbero allontanate dalla Chiesa «per mancanza di cibo salvifico» e si sarebbero «gettate avidamente sui cibi proibiti» (p. 10).
Alla base di tutto vi era poi la questione della Sacra Scrittura, un testo che per i cristiani era fondante, ma che presentava enormi difficoltà di interpretazione. Occorreva dunque chiarire come sfuggire sia al letteralismo ingenuo, sia alle interpretazioni arbitrarie, sganciate dalla fede della Chiesa. Da qui tutto il libro IV, che può essere considerato il primo trattato sistematico di esegesi biblica.
In definitiva, questa fondamentale opera di Origene conferma come in lui teologia e spiritualità fossero sempre strettamente congiunte e comunicanti. Continuo è il suo richiamo al dono della sapienza, necessario per ogni lavoro teologico: «Gli apostoli lasciarono da indagare la ragione dei loro enunciati a coloro che avessero meritato i doni sublimi dello Spirito e soprattutto avessero ottenuto dallo stesso Spirito Santo il dono della parola, della sapienza e della scienza» (Pref. 3). In effetti, «ciò che la Scrittura vuole spiritualmente significare non è noto a tutti, ma soltanto a coloro cui nella parola di sapienza e scienza è stata donata la grazia dello Spirito Santo» (Pref. 8).
ORIGENE
I princìpi
a cura di SAMUEL FERNÁNDEZ
Roma, Città Nuova, 2019, 656, € 110,00.