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In questo libro, curato da Robert Ellsberg e con la prefazione di papa Francesco, Dorothy Day racconta in modo profondo e dettagliato le ragioni della sua conversione. Vive problemi e difficoltà, e tuttavia si mette a servizio degli altri, realizzando nella sua vita il sogno di Dio e divenendo una straordinaria testimone del Suo amore. Nel 2000 viene dichiarata «serva di Dio» da Giovanni Paolo II. È una vera protagonista del Novecento: giornalista, scrittrice, attivista per i diritti sociali. Nel libro, grazie a una scrittura chiara e asciutta, si percepiscono sentimenti, emozioni, e in particolare gli attimi di dubbio e di affidamento a Dio.
Day si racconta, iniziando dagli anni della sua infanzia e adolescenza, dalla scoperta della prima Bibbia in soffitta, a sette anni, sino ai diversi trasferimenti insieme alla famiglia, a causa del lavoro del padre giornalista. Segue il periodo centrale di formazione all’Università dell’Illinois e il ritorno, a diciott’anni, a New York, dove lavora nei giornali di area socialista. Si nota come da tempo sia presente in lei il desiderio di Dio, ma l’adesione alla Chiesa cattolica avviene appena diventa madre, ed è così forte che la spinge a lasciare, dopo momenti di dubbio, gli affetti più cari, come il suo grande amore, Fred.
È interessante notare come Dorothy si converta non per paura della solitudine, del dolore, ma all’apice della sua felicità. Infatti, ella esclama: «Ho trovato Dio attraverso i suoi poveri e in un momento di gioia mi sono rivolta a Lui» (p. 32).
Dorothy è una donna inquieta, giusta, generosa, con un forte impegno sociale che segna tutta la sua esistenza. Traduce in vita le opere di misericordia. Questo la rende una vera testimone di quella «Chiesa in uscita» e per i poveri desiderata da papa Francesco. E il Pontefice, non a caso, nella prefazione del libro scrive: «Leggere queste pagine di Dorothy Day e seguire il suo itinerario religioso diventa un’avventura che fa bene al cuore e che tanto può insegnarci per mantenere desta in noi un’immagine veritiera di Dio».
Dalla vita di Day si ricavano tre insegnamenti preziosi: l’inquietudine, la Chiesa, il servizio. Durante tutta la sua vita lei è stata «tormentata» da Dio e dalla sensazione che l’esistenza dovesse contenere una dimensione più profonda e spirituale. Tutto inizia, infatti, da un’inquietudine esistenziale; e a questo proposito, il Papa afferma: «Il Signore brama cuori inquieti, non anime borghesi che si accontentano dell’esistente».
La rivoluzione ricercata da Dorothy è un cambiamento dei cuori che proviene dalla fede e che genera quella dinamica preziosa dell’amore da cui nascono coraggio, umiltà e carità. L’A. ci insegna così che la legge dell’amore deve prevalere e che il servizio verso gli ultimi deve diventare ogni giorno una scelta concreta. Day è una donna dei nostri tempi, un esempio, una guida e un richiamo a una «radicalità evangelica» in cui le persone oneste e i credenti possono ritrovarsi per promuovere la dignità dell’uomo, soprattutto degli ultimi. Toccata dalla loro sofferenza, ha avuto fame di giustizia e ha lottato per costruire e promuovere una società più giusta. Nel suo viaggio apostolico negli Stati Uniti del 2015, parlando all’Assemblea plenaria del Congresso Usa, papa Francesco l’ha ricordata come una delle quattro personalità eccezionali della storia americana, insieme ad Abraham Lincoln, Martin Luther King e a Thomas Merton. Day è dunque una delle figure più importanti e interessanti nella storia del cattolicesimo americano.