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Figure dell’educazione nel mondo di Francesco Pistoia

Figure dell’educazione nel mondo

Quaderno 4080 - pag. 614 - 615

18 Giugno 2020


Questo volume è una galleria di ritratti, un dossier su Figures de l’éducation dans le monde, tradotto in italiano su iniziativa della Cattedra Unesco dell’Università Cattolica di Milano, uno strumento per una lettura comparativa dei sistemi educativi in atto in molti Paesi del mondo.

Su Lev Vygotskij (1896-1934) scrivono Veronika Tasner e Slavko Gaber: «Assegnare Vygotskij a un’unica disciplina scientifica è un’impresa impossibile» (p. 121). Psicologo, psiconeurologo, studioso di psicologia infantile, sociologo, egli occupa posti di rilievo nelle istituzioni scientifiche ed educative dell’Unione Sovietica. Non sempre compreso, spesso attaccato, riabilitato. Porta avanti negli anni un’azione convinta per riformare l’educazione e dare un contributo alla costruzione dell’uomo nuovo. Vygotskij distingue «la pedagogia dalle altre discipline, definendola come la scienza dello sviluppo del bambino» (p. 126).

E di sviluppo, di «crescita» si interessa John Dewey (1859-1952). Il saggio di Sarah M. Stitzlein aiuta a leggere tante pagine di storia dell’educazione e tanti aspetti della cultura contemporanea. Dewey è visto come assertore di una solida pedagogia «progressiva», fondata sull’esperienza, sull’apprendimento «come processo sociale e democratico» (p. 133), sul dialogo. Il suo insegnamento lascia tracce profonde ed esercita una forte influenza, non soltanto negli Stati Uniti.

Dewey non ha vita semplice: la sua posizione è in contrasto con tanti psicologi e pedagogisti del suo tempo (ad esempio, Alfred Binet, Edward Thorndike, Franklin Babbit, Frederick Winslow). Ma con i suoi libri (ricordiamo in particolare: La scuola e la società, 1899; Democrazia e educazione, 1916; Natura e condotta dell’uomo, 1922) diffonde con chiarezza e passione fiducia nei valori della persona, esprime attenzione per i bambini, per i poveri, per i fragili, per gli immigrati, per le persone di colore. Lavora per i diritti civili, per il voto alle donne, contro un capitalismo esasperato che offende la dignità umana.

Per Dewey, la crescita è un processo incessante: «Non c’è nulla a cui la crescita sia connessa se non una crescita superiore, non c’è nulla a cui l’educazione debba essere subordinata se non una maggiore educazione» (p. 138). La democrazia è un bene inestimabile, da sostenere con il pensiero, con le opere e con l’esempio. L’istruzione a distanza è per certi aspetti utile, ma l’educazione autentica non può prescindere dal rapporto vivo insegnanti-alunni.

Rappresentante dell’educazione progressiva nel mondo latinoamericano è il brasiliano Paulo Freire (1921-97). Impegnato specialmente nell’educazione degli adulti, con la sua Pedagogia degli oppressi (pubblicata nel 1968), libro che conosce subito un’ampia diffusione in tutto il mondo, egli è accanto agli uomini che lottano «per la propria liberazione» (p. 195). È stato celebrato con il titolo di «padre dell’educazione brasiliana».

Lev Vygotskij, John Dewey e Paulo Freire sono tre figure tra le più rappresentative della cultura pedagogica contemporanea. Il profilo di ciascuna di esse va collocato in un contesto da studiare e in relazione con esponenti del pensiero educativo degli ultimi secoli – Rousseau, Condorcet, Ferry, Piaget, Freud, Grundtvig –, apportatori di novità e che hanno esercitato una grande influenza nel dibattito scientifico in tanti Paesi del mondo. E non si può non ricordare Maria Montessori, unico personaggio italiano presente nella galleria.

Il libro è denso di contenuto e di storia: un percorso ampio che passa attraverso Confucio, Platone, Averroè, Ibn Khaldun e i sistemi educativi africani. L’ultimo saggio, di Anis Barnat, è dedicato a José Antonio Abreu (1939-2018) e al suo El Sistema, centrato sull’educazione musicale per tutti: «La pratica collettiva della musica è un diritto fondamentale e un modello umanistico di integrazione e di organizzazione sociale» (p. 207).

Jean-Marie De Ketele, nel suo saggio introduttivo, pone a sé e ai lettori un interrogativo su cui riflettere: «In questo momento storico di grandi mutamenti sociali potremo vedere il futuro come una ricomposizione del passato, considerando le nuove opportunità offerte dal presente?» (p. 8).

Figure dell’educazione nel mondo
a cura di JEAN-MARIE DE KETELE
Brescia, Morcelliana – Scholé, 2019, 224, € 18,50.


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