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Il contesto dell’articolo. In uno dei suoi ultimi autoritratti, dell’anno 1661, Rembrandt van Rijn presenta se stesso imprigionato a Roma, nelle vesti di san Paolo. Il dipinto è esposto dall’11 giugno fino al 30 settembre 2020, a Roma presso la Galleria Corsini, vicino al Vaticano, da dove era stato frettolosamente rimosso nel 1799, dopo essere stato venduto, al tempo dell’occupazione francese.
Perché l’articolo è importante?
L’articolo ricorda innanzi tutto che Rembrandt (1606-69) ha portato il genere pittorico dell’autoritratto a una perfezione mai raggiunta prima. Nei panni di un mendicante, o nelle vesti del figliol prodigo, monarca con lo scettro in mano o in abito da parata, accanto all’amata sposa Saskia o nelle sembianze del famoso pittore greco Zeusi, in totale sono più di 70 volti di uno stesso personaggio a scandire, per più di 40 anni, momenti d’intensa attività, istanti di fervore umano e spirituale.
Poi l’articolo si sofferma appunto sull’autoritratto nelle vesti di Paolo, anche perché l’interrogativo riguardante l’identificazione dell’artista con l’«Apostolo delle nazioni» è appassionante. E così, a partire dalla biografia di Rembrandt, l’autore esamina le dissonanze pittoriche, teatrali e compositive di quest’opera che al tempo stesso vengono proposte e negate dall’artista. L’apparente carattere eterogeneo del dipinto, l’impressione di una costruzione «fatta per pezzi» costituiscono un vero segno di genialità del pittore, nonché un suo modo originale di presentarsi.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Perché e in quale momento della vita Rembrandt «si rappresenta» nelle vesti di S. Paolo?
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REMBRANDT, THE ARTIST IN THE MIRROR OF THE WORD
In one of his last self-portraits, which is once again on display at the Galleria Corsini in Rome from 11 June, we can observe Rembrandt’s unusual identification with the Apostle of Nations and the master’s final creative resources which were not only virtuosistic, but also spiritual. Commencing with Rembrandt’s biography, this article examines the pictorial, theatrical and compositional dissonances that are both proposed and denied by the artist. The apparent heterogeneous character of the painting, the impression of a construction «made piece by piece» are a true sign of the painter’s genius, as well as his original way of presenting himself.