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La responsabilità dell’uomo nei confronti degli animali non si riduce a una gestione materiale della convivenza, né tantomeno a un esercizio proprietario e dispotico dell’ambiente. Evitando sia l’antropocentrismo predatorio sia l’equiparazione indistinta fra tutti gli esseri senzienti, il teologo morale Lintner, assieme a due suoi colleghi dello Studio filosofico-teologico accademico di Bressanone – Christoph J. Amor e Markus Moling –, imposta un trattato sistematico e casisticamente denso.
Nei vari capitoli vengono esaminate le dimensioni spirituali della natura creata, i dilemmi teorici di fondo relativi all’etica animale (Singer, Regan, Nussbaum, Rawls, Jonas, Siegetsleitner sono i filosofi contemporanei più citati) e alcuni concreti campi di azione (custodia di animali domestici, allevamenti e soppressione dei capi di bestiame, sperimentazione biomedica, la pratica della caccia, criteri per il consumo di prodotti animali, la questione della sepoltura, il gene-editing, l’allestimento di circhi e zoo).
Viene infine proposta un’etica cristiana della «concreaturalità»: animali umani e non umani appartengono alla medesima famiglia, sono compagni di viaggio, plasmati a partire dal medesimo fango, destinati alla finitudine e allo scacco mortale, ma attratti dal futuro escatologico di redenzione, che è anticipato e promesso in Cristo (cfr Rm 8,19-22), e orientati verso un regno messianico in cui verranno accolte tutte le forme di vita, che Dio ha fatto e riconosciuto come buone (cfr Gen 1-3; Is 11 e 65), coinvolgendole in una comune amicizia e alleanza (cfr patto con Noè in Gen 9,8-11) e garantendo loro il suo indefettibile amore.
La crescente importanza affettiva che viene attribuita agli animali nella nostra società, la denuncia serrata delle contraddittorie condizioni di sfruttamento e di violenza, la diffusione di comportamenti vegetariani e vegani, tutto questo indica l’attualità della questione animale e rivolge una sfida al pensiero teologico affinché rifletta sul ruolo privilegiato affidato all’uomo nel cosmo. Con una logica di prudenza e gradualità, Lintner ci invita non soltanto alla minimizzazione di danni e sofferenze, ma anche alla tutela della diversità e al rispetto e alla promozione delle esigenze sensitive, cognitive ed emozionali che gli animali esprimono in termini sia individuali sia di specie.
Questo impianto fondativo conduce a individuare le condizioni minime per trattare e utilizzare gli animali in forme degne, moralmente proporzionate e giustificabili in un contesto pluralistico. La lezione dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco è pensata in una duplice direzione. Da un lato, il contatto empatico tra le creature non deve scivolare in una rappresentazione antropomorfica del vissuto animale: la differenza ontologica va riconosciuta, ed è assurdo imporre un’omologazione irrispettosa (quasi che l’essere umano non fosse «nient’altro che» un animale). Dall’altro lato, un rapporto compassionevole verso gli animali non solo impedisce l’abbrutimento coscienziale del soggetto umano, ma onora la bellezza e il valore che essi possiedono in sé e di fronte a Dio: l’uomo non è «tutt’altro da» loro, ed è necessario non trattarli «semplicemente come mezzi» per soddisfare nostri interessi o bisogni.
L’uomo serve i viventi e li benedice, dando il nome alle creature, interpretando la loro aspirazione allo sviluppo e alla generazione, e fungendo da rappresentante dell’amore creatore di Dio, che vuole la vita.
MARTIN M. LINTNER
Etica animale. Una prospettiva cristiana
Brescia, Queriniana, 2020, 304, € 36,00.