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Viviamo in una società complessa, composita, se non frammentata e ambigua, in cui i riferimenti etici riflettono questa condizione di incertezza e di debolezza. In tale contesto l’Occidente – e il mondo globalizzato in genere – si trova a doversi confrontare con quesiti e sfide senza precedenti nell’ambito delle biotecnologie, della genetica, della medicina, dell’intelligenza artificiale e della robotica. Può la Sacra Scrittura costituire una chiave di lettura per queste nuove frontiere della scienza e dell’agire dell’uomo?
A dare un’articolata risposta a questo interrogativo è Anne-Marie Pelletier, biblista, docente di Sacra Scrittura alla Facoltà Notre Dame del Seminario di Parigi. Ella offre un approfondimento che pone al centro la «Sapienza», una parola rivelata «che costituisce un vero capitale di lungimiranza antropologica» (p. 6) e che si occupa delle «grandi questioni dell’umanità», della vita «così com’è vissuta ancor prima di essere pensata» (p. 7). Conoscere bene queste vie sapienziali si rende sempre più necessario per i cristiani, per far poggiare la propria identità di credenti su basi solide, ma anche per prendere coscienza che, partendo dalle Scritture sempre «attuali», è possibile comprendere le cose nuove dei nostri giorni e dialogare con l’uomo della postmodernità.
Primo cardine di tale ricerca della verità sull’essere umano è, per l’autrice, la dimensione relazionale dell’uomo e della donna così come si evince dalla narrazione della Genesi, in cui «il Totalmente Altro divino infrange la radicalità della sua alterità, la supera in un certo qual modo, perché si autolimita dandosi un dirimpettaio, ossia la creazione, e un interlocutore, ossia l’essere umano convocato come partner» (p. 25). La relazione presuppone la differenza, il riconoscimento dell’alterità, e conduce di conseguenza al secondo «sapere fondatore, che è quello del limite» (p. 31), inteso come comprensione della dimensione creaturale dell’uomo.
Partendo da questi presupposti, la Pelletier ci fa confrontare con le visioni «alternative» dei nostri giorni: dall’ideologia gender al movimento del transumanesimo, dalle realtà sempre più «virtuali» della tecnologia alla pratica delle «madri surrogate», che sembrano raccontarci una rinnovata storia di Babele. La Bibbia può ricondurre l’uomo al realismo della vera misura delle cose e della vita, può rispondere con parole di verità ai nostri interrogativi, e può essere testimonianza «resa a una grandezza, di cui l’uomo di oggi dispera, o che ignora, non sapendo adeguare lo sguardo alle risorse di vita che si situano nelle fragilità della sua carne e che resistono al tumulto della sua storia» (p. 124).
Così Genesi, Qoelet, Giobbe o Isaia – solo per citare alcuni dei libri biblici esaminati nel volume – vengono proposti dall’autrice come testi capaci di interpretare la contemporaneità, e che diventano per noi anche un invito a riappropriarci del patrimonio della nostra identità e delle nostre radici. Si tratta di un’interpretazione biblica di questioni etiche dei nostri giorni che si delinea nella logica sapienziale della proposta e del dialogo, invece che dello scontro: una lettura biblica aperta alla ricerca comune del bene e della verità.
ANNE-MARIE PELLETIER
Dibattiti etici, saggezza biblica
Brescia, Queriniana, 2019, 128, € 13,00.