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È il noto teologo Giuseppe Lorizio a introdurre questo volume, che costituisce l’esito della ricerca dottorale di Rocco Salemme, docente di IRC al servizio della diocesi di Roma, riconoscendone il pregio di aver con essa evocato un «ritorno del Barocco». Attraverso questo lavoro, l’A. ha concretizzato il proposito di esaminare argomentazioni che la dottrina sulla virtù teologale della fede ha presentato, circoscrivendo cronologicamente l’analisi dall’epoca moderna ai nostri giorni. Questo periodo storico costituisce, infatti, una precisa scelta ermeneutica di campo: lo studio della virtù della fede viene analizzato e interpretato alla luce del contesto della Riforma protestante.
Il volume si apre con un’analisi del pensiero dei secoli XV e XVI, sottolineandone le caratteristiche sociali, culturali e politiche, fino a ottenere un privilegiato punto di vista su Riforma e Controriforma e valorizzando prospetticamente l’operato di Martin Lutero e del Concilio tridentino. Si pone poi in risalto l’intuizione fondamentale che sottende la presente ricerca: a quale tipologia e modo di fare teologia fanno riferimento le formulazioni confessionali della fede cristiana cattolica e protestante? Come queste sono state influenzate e hanno fecondato le rispettive temperie sociali? L’A. risponde a queste domande approfondendo, da un lato, il profilo teologico di Lutero alla luce del suo Commento alla Lettera di san Paolo ai Romani; dall’altro, presentando quello che per lui è il frutto teologico più maturo della Riforma cattolica: la speculazione del gesuita Francisco Suárez, alla luce delle sue Lectiones de Fide.
Se il modus theologandi luterano è stato compiutamente commentato, meno nota è, invece, la produzione teologica del Suárez, alla quale l’A. ha voluto rendere onore presentando il contesto spagnolo di gemmazione, l’ambito di maturazione, ossia la Compagnia di Gesù, e le circostanze di applicazione, ossia le facoltà teologiche, rinnovate secondo gli auspici del Concilio tridentino. Quindi, dopo aver collegato il fulcro della Riforma cattolica al concetto di Barocco, sulla scorta dell’acquisita corrispondenza tra la Modernità e la Riforma protestante, l’A. presenta, per la prima volta in traduzione italiana, tre disputationes che il Doctor eximius dedica alla virtù della fede, per permettere al lettore di conoscere il più maturo esito della Scolastica barocca cattolica.
Salemme passa quindi in rassegna gli sviluppi che il Tractatus de fide ha conosciuto oltre la metà del secondo millennio cristiano: sono pagine di denso raccordo cronologico e metodologico, capaci di rendere ragione della metamorfosi del trattato sulla fede nell’analysis fidei e della progressiva fusione di questo con la triplex demonstratio tracciata dall’apologetica. L’analisi dell’A. consente di ripercorrere lo sviluppo di un trattato teologico che mostra il cambiamento che la teologia ha conosciuto nel corso dei secoli e che, in larga parte, la investe ancora. L’auspicio è che queste riflessioni possano dare alla teologia quello slancio creativo che proviene dalla consapevolezza del suo passato.