
Nel giro di un secolo il romanzo giallo, genere considerato inizialmente minore, è diventato un genere letterario di grande importanza culturale e sociale. La comparsa del romanzo giallo è di per sé un giallo! «È oggi generalmente accettato che il romanzo poliziesco e il romanzo di spionaggio figurano tra le principali innovazioni del XX secolo nel campo della narrativa. Questi generi hanno fatto la loro improvvisa comparsa nella letteratura inglese e francese alla fine del XIX e nella prima metà del XX secolo e si sono diffusi con una velocità e uno sviluppo notevoli»[1]. Cosa trovano i lettori delle società moderne in queste storie in cui un detective, di solito abilissimo, scopre il colpevole di un crimine e consente di fare giustizia? D’altra parte, possiamo chiederci: è legittimo per un cristiano essere appassionato di romanzi gialli? Questo genere letterario non è forse morboso?
Si noti che tra i più grandi autori di gialli troviamo cristiani di chiara fama, quali Gilbert Keith Chesterton in Inghilterra, o Ralph McInerny negli Stati Uniti, senza dimenticare una delle regine del romanzo giallo inglese, Phyllis Dorothy James. In un articolo di riferimento, il teologo americano Stanley Hauerwas, di origine mennonita, conosciuto per le sue posizioni a favore della non violenza, si chiedeva inoltre se un pacifista potesse leggere questi romanzi[2]. E rispondeva di sì. Prima di riflettere sulla questione, chiediamoci cos’è il romanzo giallo e come funziona.
Il genere poliziesco non è propriamente una novità del XX secolo. Si può far risalire la sua nascita ad alcuni grandi autori del XIX secolo, quali Edgar Allan Poe e Gaston Leroux. Ma è solo nel XX secolo che è diventato per davvero un genere importante. Esso prevede che un investigatore qualificato, poliziotto o detective, uomo o donna, professionista o dilettante che sia – si pensi alla leggendaria Miss Marple di Agatha Christie –, immancabilmente giunga a stabilire la verità e a far condannare il colpevole. Ma le nostre società non hanno forse una sorta di diffidenza verso la pretesa di raggiungere la verità? Si possono davvero distinguere gli innocenti dai colpevoli? In effetti, c’è un solo crimine che conta davvero in un romanzo poliziesco: l’omicidio. Che ve ne sia uno o più di uno, che sia commesso in maniera efferata o discreta, di nascosto o alla luce del sole, la realtà è che una vita umana è stata tolta dalla Terra e che il criminale
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