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L’autore è vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Facendo seguito a sue precedenti pubblicazioni, con questo volume offre ai lettori un’analisi realistica della crisi attuale, con particolare riferimento alla Chiesa e alle parrocchie e tenendo anche conto della drammatica esperienza della pandemia. È un percorso di riflessione finalizzato a individuare possibili germi di rinnovamento, ricordando che «crisi» è parola a doppia valenza: indica difficoltà, ma anche opportunità.
La situazione attuale è complessa e difficile da sintetizzare. L’autore ci prova servendosi di uno schema che fa riferimento a tre grandi ambiti di crisi: quelli del pensiero, delle relazioni e della solidarietà, in rapporto circolare tra loro e con influssi reciproci a più livelli.
La crisi del pensiero, dei valori e della fede è particolarmente evidente: il post-moderno ha travolto le certezze della modernità. Eppure, in una cultura caratterizzata da scetticismo, relativismo e nichilismo, c’è sempre tanto di positivo, ci sono innumerevoli persone di buona volontà e non viene meno il bisogno di spiritualità e di preghiera.
La crisi delle relazioni è visibile nel progressivo indebolimento dei rapporti umani e nella frammentazione sociale. Dominano sempre più individualismo e solitudine, diminuiscono e invecchiano i fedeli che frequentano le chiese, s’indebolisce la trasmissione della fede alle nuove generazioni.
La crisi della solidarietà, cioè dell’impegno per il bene comune, è strettamente connessa con le altre due crisi. Una società fondata sul profitto e che avvantaggia solo i più forti genera sempre più povertà, non solo economiche. Urge recuperare la fraternità e l’atteggiamento di condivisione e accoglienza delle prime comunità cristiane.
In questo tempo influenzato dai «maestri del sospetto», occorre ripartire dalla verità del Vangelo, evitando ciechi fideismi e dannosi scontri tra ragione e fede. Occorre riscoprire il silenzio delle parole per dar voce alla Parola, e serve sempre più una teologia sapienziale, fatta in preghiera, unita a una liturgia veramente adorante, con al suo centro l’Eucaristia.
L’evangelizzazione deve proporre un annuncio che racconti la vita e si ponga dentro la vita concreta di chi lo ascolta. La sua efficacia dipenderà molto anche dalla testimonianza dell’annunciatore, dalla sua convinzione e dalla gioia nell’annuncio.
Ed eccoci al cuore della risposta ecclesiale alla crisi: parlare della Chiesa come famiglia. Occorre una pastorale del «piccolo», che incontri la persona nel contesto della sua rete relazionale, a partire appunto dalla famiglia, sviluppandosi poi a partire dalla parrocchia.
Dopo una breve storia della parrocchia, la cui evoluzione ha avuto un vero e proprio spartiacque con il Concilio Vaticano II, l’autore mette a fuoco il principio di fondo: «Non si tratta tanto di riportare la gente nelle chiese, quanto di ricostruire la Chiesa nelle case» (p. 140). È una prospettiva pastorale nuova, che deve integrare la consolidata triade «catechesi – liturgia – carità» con la comunione, concepita in termini di rapporti vitali tra le persone. Un insieme di Chiese domestiche (famiglie coniugali cristiane) e di «famiglie del Vangelo» (persone spiritualmente unite da rapporti intensi di fede, preghiera, aiuto reciproco, che si incontrano nelle case, rivivendo il clima originario delle domus ecclesiae). In tal modo la parrocchia si avvicina all’icona delle prime comunità cristiane, descritte negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere di Paolo alle sue comunità.
Una parrocchia familiare-missionaria, con un più forte coinvolgimento dei laici, può rinnovare la vita della Chiesa.
DOMENICO SORRENTINO
Crisi come grazia. Per una nuova primavera della Chiesa
Perugia, Edizioni Francescane Italiane, 2020, 240, € 15,00.