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L’orientamento scolastico e professionale è uno dei grandi temi della pedagogia contemporanea e ultimamente ha avuto una precisa formulazione legislativa. Le Raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea e i Decreti del governo italiano al riguardo hanno dato alla luce le Linee guida per l’orientamento nella scuola italiana (D.M. 328/2022), che modulano le attività di orientamento in almeno 30 ore per ogni anno scolastico in tutte le classi delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Il volume che presentiamo mette a disposizione dei lettori i contributi del Seminario per insegnanti e operatori scolastici, svoltosi a Follonica il 6-7 ottobre 2023 per approfondire le Linee guida nelle loro criticità e opportunità. Il Seminario merita particolare attenzione sia per il rigore scientifico e la completezza degli argomenti sia per il paradigma condiviso di «Orientamento formativo» su cui verte la migliore letteratura pedagogica e la normativa istituzionale: «L’orientamento formativo si declina nel tempo, secondo un’ottica progressiva, e pur essendo adeguato a tutte le età trova la sua collocazione ideale nel sistema educativo e di istruzione, laddove assume come finalità complessiva l’incremento delle competenze di auto orientamento» (p. 20).
L’orientamento formativo viene offerto nella scuola a tutte le età, perché tende a favorire la responsabilità personale nella gestione della vita e delle risorse e sostiene la consapevolezza dell’interdipendenza con gli altri e del contesto in cui ci si trova. Per questo i due curatori sottolineano che «per portare avanti modelli di orientamento formativo che siano improntati all’equità delle opportunità occorre, giocoforza, mettere al centro i bisogni e gli apparati strumentali delle persone e costruire queste occasioni prevalentemente nella dimensione del gruppo eterogeneo di pari» (p. 21). Più volte nel Seminario si è ricordato che le persone hanno bisogno di orientamento per l’intero arco della vita, nei contesti scolastici e professionali; per questo oggi le attività di orientamento non possono più rimanere episodiche e isolate, ma devono essere inserite in un sistema coordinato verticalmente, con la certificazione delle competenze degli operatori e degli insegnanti.
Un altro aspetto che è stato condiviso nel Seminario è la «metodologia narrativa» dell’orientamento formativo. Le opere letterarie, i film, le canzoni, le immagini, i racconti, le fiabe, tutto ciò che contiene una storia può essere utilizzato a scuola in prospettiva orientativa, perché permette alla persona in formazione di identificarsi con i personaggi, di prendere coscienza delle risorse, di cogliere il senso della vita e di formulare un progetto che si concretizzi nella scelta di un corso di studi o di una professione; spiegano i curatori: «L’orientamento narrativo dopo oltre 25 anni di attività e di raccolta di evidenze e conferme circa la sua efficacia si candida a essere un punto di riferimento per i sistemi educativi e di istruzione in ragione del proprio impianto, che può naturalmente disporsi in verticale e quindi porre attenzione ai diversi compiti di sviluppo e ai diversi obiettivi che si definiscono rispetto a età e gradi» (p. 21).
Nel Seminario sono state esposte esperienze di orientamento narrativo nei diversi gradi di scuola: ad esempio, nella scuola dell’infanzia, con le fiabe musicali e i laboratori artistici; nella primaria, con la scrittura condivisa e il testo creativo; nella secondaria di primo grado, con la costruzione del giardino dei giusti e il tavolo delle ragazze; nella secondaria di secondo grado, con la lettura a voce di racconti e l’autovalutazione; nell’università, con le librerie umane e l’autobiografia; inoltre, nella didattica narrativa con i bambini malati e con quelli non vedenti, in cui l’ascolto e il corpo hanno una grande importanza. L’attuale riflessione sull’orientamento scolastico comporta un cambiamento di paradigma, e la pubblicazione degli atti di questo Seminario costituisce un ottimo contributo.