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Può un teologo del Duecento guidare una riflessione cristiana attuale sull’economia? Il libro di Mary Hirschfeld, vincitore del premio «Economia e Società» della Fondazione vaticana Centesimus Annus pro Pontifice, lo sostiene e argomenta con rigore. L’autrice, un’economista convertita al cattolicesimo e dottore in teologia, conduce il discorso con autorevolezza sui due versanti, senza tradire né l’uno né l’altro.
Economisti e teologi vivono in due mondi intellettuali diversi. Quale strategia può adottare la riflessione teologica per abbordare con efficacia la materia economica? Per il teologo non si tratta né di accettare servilmente, né di limitarsi a una critica superficiale. Prendere le distanze dal capitalismo a parole è facile, ma il capitalismo in atto è una realtà troppo complessa per essere rifiutato o adottato senza discussione. Hirschfeld vuole offrire «una valutazione ponderata di quanto si può imparare o meno dagli economisti» (p. 18).
I punti di aggancio non stanno tanto nelle teorie economiche tomiste di giusto prezzo o di usura, oggi superate, quanto nella riflessione di san Tommaso sulla felicità. La ricerca della felicità è centrale nella teologia dell’Aquinate, come pure è alla base del pensiero economico moderno: c’è dunque un terreno comune tra i due. Ma le strade sono diverse: Tommaso valuta il progetto umano di felicità temporale nella misura in cui il suo fine è volto alla felicità ultima, dove il desiderio si sazia nel Bene infinito, che è Dio; la felicità umana persegue la perfezione, non la soddisfazione dei desideri. Tuttavia il pensiero tomista descrive in modo realistico l’effetto degli incentivi sulle decisioni e il valore dei beni materiali. Si fa strada così «un’adesione critica al nostro ordine economico» (p. 27).
L’autrice esamina in sei densi capitoli il pensiero economico moderno, fondato sulla soddisfazione delle preferenze, la massimizzazione dell’efficienza e la scelta razionale. L’orientamento verso un fine – la felicità per il teologo, l’utilità per gli economisti – consente di confrontare passo passo le rispettive impostazioni: per esempio, le differenze tra la virtù tomista della prudenza e la scelta razionale degli economisti. Per san Tommaso, l’opposizione a priori tra altruismo e cupidigia impoverisce la realtà. La «ricchezza artificiale», il beneficio come motivazione e gli incentivi economici hanno senso se il proprio interesse è regolato dalla virtù. La proprietà privata può essere funzionale nello sviluppo umano, e il mercato, strumento efficace per l’allocazione delle risorse, può essere una risposta adeguata in un mondo finito.
L’autrice si guarda però dal giustificare un determinato modello economico. La sua riflessione critica si riassume nell’ultimo capitolo, intitolato «Verso un’economia umana. Un approccio pragmatico». È necessario riesaminare le ipotesi soggiacenti e le premesse metodologiche: il pensiero economico rivendica un valore normativo e intende dimostrare che con gli incentivi si possono manipolare i comportamenti. Il pensiero tomista, invece, non pretende di manipolare le persone per raggiungere determinati risultati, bensì di illuminare la strada perché le persone possano trasformarsi in quello che sono chiamate a essere.
La teoria delle decisioni razionali basate sull’incremento marginale in un dato momento non considera i costi previamente «sotterrati» e si contrappone all’educazione alla virtù, che dipende proprio dall’effetto cumulativo delle decisioni prese nel corso del tempo. Perciò il modello degli economisti produce un’«inconsistenza dinamica, in cui la scelta razionale di un giorno è incompatibile con quanto sarebbe razionale a lungo termine» (p. 206). Da qui deriva la critica radicale di un concetto normativo di efficienza che nasconde la scala dei beni e ostacola un autentico sviluppo umano. Il malinteso tra economia e teologia nasce «perché gli economisti non tengono conto di quell’aspetto della natura umana che non si può manipolare mediante gli incentivi» (p. 216).
MARY L. HIRSCHFELD
Aquinas and the Market. Toward a Humane Economy
Cambridge (Ma), Harvard University Press, 2018, 288, $ 45,00.