|
La 32a edizione del Rapporto Italia offre al lettore molte conferme e alcuni interessanti elementi di novità nei percorsi di ricerca che descrivono la società italiana, in un originale intreccio di informazione statistica, interpretazione socio-economica e valutazione politica e culturale.
Infatti, la rinnovata direzione scientifica dell’Istituto ribadisce sia l’impianto di analisi del Paese secondo le tre dimensioni di società, economia e politica (proprio dell’Eurispes), sia la struttura del rapporto annuale, diviso in sezioni, ciascuna delle quali introdotta dalla riflessione su una dicotomia che fornisce la chiave di lettura delle indagini statistiche raccolte. Quest’anno troviamo (in ordine editoriale): valori/comportamenti, creazione/distruzione, epistēmē/doxa, eguaglianza/disuguaglianza, libertà/soggezione e hostis/hospes. Viene confermata anche la scelta di fornire un volume corposo, di tenore enciclopedico e allo stesso tempo di agile consultazione.
Il Rapporto deve essere letto come frutto di un’attività di studio e ricerca che si struttura su precise opzioni epistemologiche e scelte istituzionali; il discorso di considerazione generale fatto dal presidente Gian Maria Fara in occasione della presentazione pubblica all’Università «La Sapienza», il 30 gennaio, e in parte riportato in una sua più formale elaborazione in apertura del volume, ne segnala diverse; significativi, in questo senso, sono l’impegno a sostegno di un maggior ruolo degli indicatori oggettivi rispetto a quelli percettivi nella misurazione dei fenomeni di corruzione, e il lavoro degli osservatori, che l’Istituto dirige e che idealmente sono luogo di composizione fra ricerca e vita politica.
La lettura del Rapporto deve tener conto dell’indicazione che viene fornita agli autori di ispirare il loro metodo di indagine e di analisi all’immagine – presa dal mondo dello sport – del lanciatore di martello: si stabilisce un’analogia fra il modo con cui l’atleta raccoglie le forze per il lancio in avanti, eseguendo tre o quattro rotazioni, e i riferimenti al passato – remoto e prossimo – che preludono e fondano una credibile proiezione al futuro.
Anche quest’anno viene ribadita la divisione fra Paese e Sistema, indicata anche dal vocabolo più tecnico «frattura», per auspicare e stabilire i termini di una profonda opera di ricostruzione materiale e morale, per la quale vengono invocati la responsabilità della classe dirigente e il ruolo della cittadinanza attiva.
Premessa a ogni opera di rigenerazione è la rottura con almeno tre vulgate che bloccano, anzi segnano, una vera regressione culturale del Paese: quelle relative a immigrazione, Mezzogiorno e lavoro.
I temi del lavoro sono centrali nell’impianto del Rapporto e presenti in ogni sezione, a partire dall’indagine sull’Arma dei Carabinieri, che illustra secondo indici qualitativi e quantitativi i concetti di «missione» e «professione». Questa indagine è fra le novità più rilevanti dell’edizione 2020. Seguono, in un elenco non esaustivo e a titolo di esempio: l’indagine che lega lavoro e sviluppo urbano nel fenomeno di scomparsa delle attività artigiane e dei negozi di quartiere; la parabola del made in Italy nel settore dei calzaturieri; l’attenta considerazione economica e fiscale sull’Irap; le questioni di giustizia sociale legate al lavoro degli immigrati.
Viene confermata l’attenzione dei precedenti Rapporti ai temi della tutela dell’ambiente, del mondo giovanile e dell’educazione, dei quali si offrono indagini interdisciplinari (come quella che lega i cambiamenti climatici a quelli del Pil), di natura comparativa (come quella che raccoglie dati sulla percezione del futuro da parte dei giovani in Italia, Germania, Polonia e Russia), e di rilevanza per le ermeneutiche e narrative di sistema (come quella su educazione e istruzione).
Alla citazione dei molti innegabili pregi del Rapporto va unito un rilievo critico legato a una certa disparità della qualità delle ricerche operate direttamente dall’Istituto e di quelle che si basano per lo più su dati mutuati da altre fonti, e alla difficoltà di lettura dei grafici in origine a colori e riprodotti in bicromia. Non appare chiara nel suo intento la sezione bibliografica/sitografica; la presenza di un migliore indice dei nomi (e magari delle espressioni o nozioni principali e soprattutto delle abbreviazioni) sarebbe un prezioso aiuto alla lettura, che rimane in ogni modo interessante e fondamentale per la considerazione e riflessione sul nostro Paese.
32° Rapporto Italia. Percorsi di ricerca nella società italiana
a cura di EURISPES
Bologna, Minerva, 2020, 1054, € 55,00.