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ABSTRACT – Il popolo cinese e il suo grande Paese occupano un posto importante nello sguardo aperto al mondo di papa Francesco. E l’attenzione di Francesco è ricambiata. Non solo i cattolici, ma quanti guardano oltre i confini della Cina con il desiderio di un’apertura al mondo e di uno scambio sempre più intenso con gli altri popoli e culture hanno capito di avere a Roma un interlocutore su cui possono contare per sentirsi compresi nello sforzo di inserimento nella famiglia dei popoli.
Agli occhi dei cinesi, Francesco ha alcuni vantaggi rispetto ai suoi predecessori. Non è un europeo, quindi non appartiene a quel continente di popoli colonizzatori. Non è stato coinvolto direttamente nel confronto storico con l’ideologia comunista e i regimi che vi si ispiravano. È un figlio di emigrati che viene da un altro continente ed è profondamente radicato in una realtà popolare a cui fa continuamente riferimento. È membro di una famiglia religiosa che nella storia si è avvicinata alla Cina con rispetto e con una capacità di dialogo fecondo. In quest’ottica, da una prospettiva cinese, i messaggi del Pontefice che hanno maggiore rilievo sono quelli della solidarietà, della responsabilità ambientale, della pace e della misericordia.
Per quanto riguarda i messaggi del Papa più direttamente indirizzati ai credenti, non manca l’espressione della comprensione e della solidarietà della Chiesa universale per le difficoltà e le limitazioni o pressioni che le comunità cattoliche cinesi hanno incontrato in passato e continuano a incontrare. Questa solidarietà è stata sempre manifestata chiaramente dai Papi, ed è stata espressa nuovamente con intensità e affetto da Benedetto XVI all’inizio della sua importante Lettera (27 maggio 2007), di cui ricorre quest’anno il decennale e che papa Francesco ha definito «fondamentale, attuale e da rileggere». Tra le altre cose, in particolare, è in quella Lettera che Benedetto XVI ha inteso porre fine all’impropria descrizione della coesistenza di una «Chiesa clandestina» e di una «Chiesa patriottica» in tensione fra loro. Lo ha fatto affermando che la Chiesa cattolica in Cina è una sola. Ha anche auspicato esplicitamente la ripresa di un dialogo della Santa Sede con le autorità cinesi.
La piena continuità dei messaggi di Francesco per la Chiesa cattolica in Cina con quelli del suo predecessore si può vedere e riassumere nell’invito a un rinnovato slancio nella missione di evangelizzazione. La ripresa del dialogo fra la Santa Sede e le autorità della Cina popolare ha dunque il solo scopo di mettere la Chiesa cattolica cinese nelle condizioni migliori per svolgere questa sua missione di evangelizzazione per il bene del suo popolo – con il suo messaggio religioso e morale e con il suo impegno caritativo e sociale – così da poter essere pienamente cinese e pienamente cattolica.
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TOWARDS A FULLY CHINESE AND FULLY CATHOLIC CHURCH. The path indicated by Benedict XVI and Francis.
The author of this article outlines the messages of Pope Francis that have a greater importance from a Chinese perspective; namely, those which speak of solidarity, environmental responsibility, peace and mercy. On the 10th anniversary of the Letter of Benedict XVI to the Catholic faithful in China, this article highlights its importance and relevance. The article points out that the resumption of dialogue between the Holy See and the authorities of the People’s Republic of China has the sole aim of putting the Chinese Catholic Church in the best conditions to carry out its mission of evangelization for the sake of its people so that it can be fully Chinese and fully Catholic.