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Il contesto dell’articolo. Gunther Anders, discepolo di Heidegger, più di 60 anni fa scriveva che L’uomo è antiquato, perché le realizzazioni della tecnica consentono di svolgere ogni compito molto meglio di lui. Anders preconizzava questo senza immaginare fino a che punto i nuovi ritrovati informatici abbiano realizzato le sue intuizioni, al di là di ogni previsione. E, insieme all’uomo, anche le relazioni umane risultano «antiquate».
Perché l’articolo è importante?
L’articolo intende indagare un aspetto specifico della rivoluzione digitale, ossia in che modo essa coinvolge anche il campo delle relazioni. I nuovi ritrovati potrebbero compensare la solitudine e la conflittualità che da sempre caratterizzano le relazioni, fino alla possibilità di instaurare legami terapeutici o affettivi con robot che presentano fattezze umane di tutto punto.
L’articolo poi si sofferma sui possibili costi di tali innovazioni. Si potrebbe dire che l’essere umano, a differenza del robot, è sempre un po’ «babbeo», a motivo della sua capacità di provare pietà, di vedere le cose con occhi affettivi, mentre per la macchina si tratta solo di una striscia di informazioni, frutto di una programmazione algoritmica: il corpo è il luogo del mistero dell’essere umano. Inoltre, la caratteristica peculiare della relazione è la dimensione dell’alterità. Le relazioni con le macchine, al contrario, rischiano di ridursi a rispecchiare le proprie fantasie, accentuando gli aspetti del sé «onnipotente».
Infine l’articolo si appella alla saggezza dei miti. Nell’Odissea, la prova più ardua e lunga che Ulisse deve attraversare paradossalmente è quella con la dea Calipso. L’Ulisse del XXI secolo, se vuole trovare la propria casa, deve rinunciare al mito dell’eterna giovinezza senza legami, che gli impedisce di essere marito e padre.
Quali sono le domande che l’articolo affronta?
- Cosa è e cosa ipotizza il cosiddetto «transumanesimo»?
- Un robot potrebbe essere progettato in modo da riuscire a comunicare in maniera praticamente indistinguibile da quella di un essere umano?
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MAN AND ROBOT: THE IDEAL RELATIONSHIP?
The digital revolution also involves the field of relationships. From a transhumanism perspective, the difference between man and machine will become increasingly blurred, to the point of merging into a hybrid being, or to put in place new types of unions, which are capable of overcoming the limits set by the other. The new discoveries could compensate for the loneliness and conflict that have always characterized relationships, up to the possibility of establishing emotional ties with robots that have accurate human features. This article presents certain scenarios – which for all intents and purposes, have already been realized in some Countries – and the possible costs of such innovations, while revisiting the ever-present Kairos of classical mythology.