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ABSTRACT – L’attuale situazione di crisi del sistema economico mondiale potrebbe essere un’occasione importante per pensare in maniera creativa cosa potrebbe comportare un’economia fondata sulla solidarietà e sulla riconciliazione.
L’economia liberista senza alcun argine politico, che pur ha prodotto un’incredibile crescita, è stata però accompagnata anche da un progressivo divario sociale, e una delle reazioni a tale situazione è stata quella di un crescente nazionalismo. Una risposta alternativa al liberismo assoluto e al nazionalismo è quella di proporre un’economia solidale e, per conseguirla, un’economia di riconciliazione. È la proposta fatta dalla 36a Congregazione Generale della Compagnia di Gesù, nonché da papa Francesco, che poggia, sì, sull’attuale modello economico liberista, ma al tempo stesso lo mette in discussione, richiedendo uno sforzo comune non soltanto per rendere la crescita futura più equa e sostenibile, ma anche per riparare le relazioni spezzate del tempo presente.
L’economia solidale e di riconciliazione poggia su un duplice fondamento: sulla dignità e sul valore di ogni essere umano, creato da Dio perché si sviluppi grazie all’impiego dei doni ricevuti e delle proprie capacità; e in secondo luogo sulla conferma che tale sviluppo si realizzi per il cosiddetto «bene comune». Il modello di mercato, di per sé, non si è dimostrato in grado di assicurare sufficiente accesso o uguali opportunità a tutti gli esseri umani. Occorre dunque uno sforzo attivo per porre in atto qualche altro intervento. Per esempio, un’assistenza sanitaria di base e un’istruzione di qualità sono due tra le migliori forme di investimento che le società possano fare per migliorare lo stato di salute e il benessere dei cittadini.
In un’ottica più radicale, un’economia solidale e di riconciliazione potrebbe richiedere un ulteriore passo avanti: che si riconosca il danno non indifferente causato ai rapporti sociali e all’intero pianeta in nome dell’economia, e che se ne faccia ammenda attraverso un impegno di solidarietà e uno sforzo condiviso perché sia assicurata non soltanto l’inclusione, ma anche la centralità di coloro che finora sono stati esclusi o emarginati. Si potrebbe rendere necessario un sacrificio condiviso, persino una sorta di riparazione. Un’economia solidale e di riconciliazione segnerebbe così un importante distacco da buona parte dell’attuale modello liberista e dai suoi eccessi, per farsi carico del mondo frantumato che abbiamo ereditato, sia sul piano sociale sia su quello ambientale.
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AN ALTERNATIVE TO LIBERISM AND NATIONALISM. Towards an economy of reconciliation
The liberal model, which has dominated almost the entire post-war era, has led to considerable economic growth, accompanied by a growing social gap. The alternative today is to promote an economic model based on solidarity and on reconciliation. This is the proposal made by the 36th General Congregation of the Society of Jesus, as well as by Pope Francis. It places in close relationship the care for people and for our common home, the earth. And it requires a concerted effort not only to make future growth more equitable and sustainable, but also to repair the broken relations of the present time.
The Author is Professor of Political Science at Georgetown University in Washington.