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La tesi di questo articolo è che il nichilismo, in quanto atteggiamento esistenziale o visione della realtà, ha le sue radici in determinati problemi filosofici. Si tratta di tre questioni, relative rispettivamente alla conoscenza giusta, alla volontà buona e alla negatività. L’A. passa quindi a considerare il nichilismo della conoscenza, della volontà e il nichilismo come «il più inquietante fra tutti gli spiriti» (Nietzsche). Sostiene la possibilità di uscire dal nichilismo con un atteggiamento di fede. Ma questa fede non è imposta a nessuno. La via che porta ad essa conduce allo stesso punto da cui parte la via verso il nichilismo. Alla biforcazione si decide se io credo in Dio che, come dice san Paolo, è «tutto in tutti» (1 Cor 15,28), oppure se in ultima analisi nulla ha valore al di fuori di me.