In Italia, come in campo internazionale, il centrodestra e, in particolare, i partiti di destra vivono un periodo di assestamento, che probabilmente porterà a una riorganizzazione all’interno di quello che in precedenza era stato uno schieramento compatto.
L’invasione russa dell’Ucraina ha richiesto ai leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni una rapida presa di distanza, dopo che in passato avevano mostrato simpatie per il Presidente russo.
La guerra ha spiazzato tutti, ha affrettato il riposizionamento di alcuni, ma il cambiamento era nell’aria. Le parole pronunciate dal presidente Sergio Mattarella il 3 febbraio 2022, durante il discorso di insediamento per il suo secondo mandato, suonano estremamente significative, con una nuova attenzione che la nostra democrazia – in tutti i partiti – deve custodire: «I regimi autoritari o autocratici tentano ingannevolmente di apparire, a occhi superficiali, più efficienti di quelli democratici, le cui decisioni, basate sul libero consenso e sul coinvolgimento sociale, sono, invece, più solide ed efficaci. La sfida – che si presenta a livello mondiale – per la salvaguardia della democrazia riguarda tutti e anzitutto le istituzioni».
Nelle parole di Mattarella affiora una sfida che purtroppo la storia ha reso velocemente cruenta. Per l’Italia non si pone il problema di dove posizionarsi: la ricchezza del modello democratico ha garantito libertà e pace, oltre che benessere.
Ora, proprio quello che è accaduto nel percorso per l’elezione del presidente della Repubblica ha lasciato emergere nella destra alcune tensioni che possano tuttavia indicare la strada verso posizioni moderate.
Forti dei numeri in Parlamento, l’alleanza di centrodestra e il leader della Lega, Salvini, avevano cercato di guidare il percorso per la scelta del presidente della Repubblica. Le proposte però non hanno mai raccolto l’ampio consenso richiesto. Per uscire dall’impasse, all’ottava votazione è stato proposto per un secondo mandato e poi eletto Mattarella…