In due articoli precedenti[1] abbiamo cercato di delineare sommariamente lo sviluppo della crisi degli abusi sessuali da parte di membri del clero nella Chiesa cattolica e alcune linee principali delle risposte al problema che saranno al centro dell’Incontro dei vescovi del 21-24 febbraio. Con questo terzo contributo intendiamo collocare il problema in un contesto più ampio, in modo che se ne percepisca meglio la portata nella missione della Chiesa al servizio del mondo di oggi.
Anzitutto richiameremo sinteticamente la problematica complessiva della tutela dei diritti dei minori, all’interno della quale si colloca la questione degli abusi sessuali. Successivamente porteremo l’attenzione sullo sviluppo del «mondo digitale», per essere consapevoli del rapido evolversi delle forme di violazione dei diritti dei minori, anche per quanto riguarda la sessualità, e quindi dei modi di contrastarle e prevenirle.
Impegni della comunità internazionale contro la violenza sui minori
Nel mondo in via di graduale globalizzazione la consapevolezza della necessità di tutelare i minori ha trovato espressione nella «Dichiarazione dei diritti del bambino», approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite (1959), e nella successiva «Convenzione sulla tutela dei diritti dei bambini» (1989), ratificata nel tempo da 196 Paesi del mondo (praticamente tutti, tranne gli Stati Uniti). Questa, all’articolo 3, afferma solennemente che «in tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente»[2].
Sulla base della ferma convinzione della dignità di ogni persona umana creata a immagine di Dio e dell’attenzione privilegiata di Gesù per i più piccoli e deboli, la Santa Sede ha aderito alla summenzionata Convenzione già nel 1990, impegnandosi ad attuare le sue disposizioni nel territorio dello Stato della Città del Vaticano, nonché sulle persone direttamente sotto la sua giurisdizione, cioè, gli ufficiali della Curia Romana e il proprio personale diplomatico[3]. Al di là di questo stretto ambito geografico, la Santa Sede diffonde i princìpi contenuti nella Convenzione in tutti gli Stati e a tutte le persone di buona volontà affinché loro, nell’ambito delle proprie competenze, possano rafforzare sempre di più le proprie norme e le proprie misure operative per la tutela dei minori. Infatti, l’insegnamento sociale della Chiesa afferma decisamente che la dignità e i diritti dei fanciulli devono essere protetti dagli ordinamenti giuridici come beni estremamente preziosi per tutta la famiglia umana[4].
Più recentemente, nel 2015, nel
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