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L’autunno, con la ripresa delle attività scolastiche, è un tempo di straordinaria importanza. I mesi della chiusura estiva sembrano ormai un ricordo lontano, eppure sono stati il tempo – tradizionalmente destinato al riposo e a quella migliore riflessione che è difficile da custodire e coltivare con intensità durante l’anno scolastico – in cui abbiamo potuto vedere con una certa calma e con maggiore chiarezza ciò che era stato fatto in precedenza: tanto i risultati quanto i fallimenti e le omissioni. Poi, a settembre è arrivata la ripartenza, con la sfida e la fatica di preparare spazi adeguati alla ripresa delle attività, di aggiornare gli organici, di perfezionare un nuovo corso della didattica.
Solo ora si ha l’impressione che l’anno scolastico inizi davvero, che si possa fare lezione e riavviare quell’attitudine e pratica a valutare che rende la scuola uno dei luoghi in cui si esercita e sviluppa la consapevolezza, si crea una consuetudine al pensiero critico, non si tralascia di ripensare ciò che accade: tutto questo per realizzare una prudente e autentica innovazione e una sapiente e graduale crescita dell’individuo e della sua vita in comunità.
La valutazione – pur essendo elemento costitutivo del processo educativo nel suo complesso, in quanto accompagna, fortifica, catalizza l’apprendimento e i suoi obiettivi – assume un’inconfondibile centralità in prossimità delle promozioni. Lo sappiamo bene: è a fine di una scadenza – trimestrale, quadrimestrale, o annuale che sia – che essa suscita le maggiori attese e i timori più forti. Tuttavia, pensare così significa porre le basi per un fallimento, almeno parziale, del processo educativo.
Sarebbe inoltre per molti versi ingiusto limitare, come spesso accade, il significato e la portata del processo di valutazione a una questione legata alle sorti dell’individuo e del suo immediato futuro scolastico…
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EDUCATIONAL POVERTY AND THE FUTURE OF EDUCATION
Autumn is a particularly significant moment for ensuring the effectiveness of educational avenues. In this season, certain fundamental issues can finally be addressed and the assessment -freed from the deadlines of the end of the school year-, which emerges is by its nature a continuous and constitutive approach and process of education. Due to the effects of the pandemic and the international crisis caused by the war in Ukraine, educational poverty is increasing. Schools must therefore reformulate their mission, vision and identity. The article explores the contribution made to this process by the foundations of the Church’s social doctrine and the recent papal magisterium, in particular by rooting education in the mystery and the Christian notion of love.