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Alle 7,15 del 13 settembre 2022 il volo con a bordo papa Francesco, il suo seguito e i giornalisti accreditati è decollato dall’aeroporto di Fiumicino alla volta dell’aeroporto di Nur-Sultan, capitale del Kazakistan. Così ha avuto inizio il 38° viaggio apostolico di Francesco.
Situato nell’Asia Centrale, il Paese confina con la Russia a nord e a ovest, con la Cina a est, e con il Kirghizistan, l’Uzbekistan e il Turkmenistan a sud. Ha una superficie di 2.724.900 kmq e una popolazione di circa 19 milioni di abitanti.
Trovandosi lungo l’antica «via della seta» che collegava la Cina al Medio Oriente e al Mediterraneo, il territorio è stato storicamente abitato da popoli nomadi, e oggi la sua popolazione annovera circa 150 nazionalità ed etnie diverse.
Parte della Repubblica sovietica del Turkestan dal 1917 al 1925 e Repubblica autonoma dal 1926, il Kazakistan nel 1936 divenne una Repubblica dell’Urss, da cui ha ottenuto l’indipendenza nel 1991, dopo lo scioglimento di quest’ultima, entrando a far parte della neocostituita Comunità degli Stati indipendenti (Csi).
Nur-Sultan, proprio dopo il crollo dell’Unione Sovietica, quando è ancora chiamata «Tselinograd», nel 1994 viene scelta come futura capitale del Kazakistan dal presidente Nursultan Nazarbayev, per ragioni geografiche, economiche e ambientali, al posto di Almaty. Assume ufficialmente il ruolo di capitale nel 1997, e nel marzo del 2019 cambia di nuovo il suo nome in Nur-Sultan, per omaggiare l’ex presidente Nazarbayev, cui si deve anche il suo rinnovamento e ampliamento.
La nuova capitale kazaka si sviluppa e cresce per sua volontà con il desiderio che diventi una grande e magnifica metropoli. Per questo il progetto è stato affidato ad alcuni degli architetti più noti al mondo, come l’inglese Norman Foster e il giapponese Kisho Kurokawa. Nel 2017 ha ospitato l’Expo…
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FRANCESCO’S JOURNEY TO KAZAKHSTAN, “COUNTRY OF ENCOUNTER”
From September 13-15, Pope Francis made an apostolic journey to Kazakhstan. The Pontiff defined the country as “a unique multi-ethnic, multi-cultural and multi-religious laboratory” that reveals its “peculiar vocation, that of being a country of encounter.” The occasion for the visit was the Congress of Leaders of World and Traditional Religions, held in the capital of the Central Asian state, a bridge between East and West. Our director – who was part of the papal retinue – recounts the stages of the journey and the significance of the various meetings the Pontiff had with civil authorities, religious leaders and the Catholic community. The profound sense of the itinerary can be summed up in the invitation to build the future without ever forgetting “transcendence” and “brotherhood.”