Definito da Gianfranco Contini «competente in umiltà», Pier Paolo Pasolini, dopo aver indagato con i romanzi e i primi film il mondo dei sottoproletari che alla metà del secolo scorso abitavano nella periferia di Roma, ha realizzato con Il Vangelo secondo Matteo un film nel quale il senso del sacro e la sensibilità moderna si fondono reciprocamente sotto il segno della poesia.
Successivamente, il regista avrebbe voluto dare un seguito al film sul Vangelo girandone uno sulla vita di san Paolo, il cui progetto, rimasto nel cassetto, è noto attraverso la sceneggiatura pubblicata dopo la sua morte. Con Teorema, il più discusso dei suoi film, Pasolini parla delle conseguenze della perdita del senso del sacro nell’ambito della moderna società opulenta.