Nel 1935, un giornale di Colonia attaccava l’anonimo estensore dell’Avvenire d’Italia per le sue «Lettere da Berlino». Il corrispondente, con lo pseudonimo di «Renano», denunciava le aberrazioni ideologiche del regime nazista e le violenze contro la Chiesa. Si supponeva che fosse a Roma, ma non si pensava affatto che l’autore, Federico Alessandrini, un giovane giornalista, scrivesse dall’interno del Vaticano e fosse approvato dalla Segreteria di Stato. Le corrispondenze rivelano una libertà che nemmeno l’Osservatore Romano si poteva permettere.
Con un paziente lavoro, il figlio, don Giorgio Alessandrini, pubblica ora quelle corrispondenze che riguardano gli anni dal 1933 al 1938 e si riferiscono alla politica estera della Santa Sede tra nazismo e crisi spagnola.