A dieci anni dalla scomparsa del p. Antonio Ferrua S.I. se ne ricorda la produzione scientifica, che, per incidenza nel campo dell’antichistica cristiana e per vastità tematica, ha davvero del prodigioso, e se ne illustra specialmente la consistente parte apparsa nei quaderni della Civiltà Cattolica, alla quale egli riservava le primizie di quanto si veniva acquisendo sul campo. Si ripercorrono in primo luogo i momenti salienti delle faticose ricerche che lo condussero alla scoperta della tomba di san Pietro sotto la Confessione della Basilica. Si mostrano poi gli arricchenti — talvolta anche sotto il profilo teologico — contenuti dei suoi studi dedicati alle testimonianze epigrafiche e letterarie. E, quanto alle catacombe romane, di cui egli rimane il più grande scopritore, si sottolineano la partecipazione affettiva e la scrupolosità scientifica con cui venivano da lui indagate e descritte. Fra le numerose tematiche propriamente storiche magistralmente trattate nella rivista emergono, per spessore e rilevanza testimoniale, quelle concernenti il rapporto tra cristianesimo e impero romano.