|
ABSTRACT – L’ultimo romanzo di Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte (candidato al premio Strega 2017) conferma e va oltre quanto di buono si trovava agli esordi con Sono comuni le cose degli amici, che aveva meritato di entrare nella cinquina dei finalisti del premio Strega 2010.
Quanto pubblicato in precedenza da Nucci – appassionato della cultura e della letteratura greca fin da ragazzo – risulta propedeutico al presente romanzo.
È giusto obbedire alla notte è ambientato, in una Roma dei nostri giorni, ma con stretti legami con quella antica. Ci parla di gente comune, inquieta, problematica, sullo sfondo di una realtà sociale apparentemente emarginata, ma che si alimenta, anche se istintivamente e confusamente, di quei valori che arricchiscono le esperienze e i miti alla base della nostra civiltà.
Meraviglia in positivo il progresso che Nucci ha compiuto con il suo nuovo lavoro rispetto ai precedenti, non solo dal lato stilistico, come abbiamo detto, ma soprattutto riguardo ai contenuti, senza schivare gli aspetti più ardui delle problematiche che riguardano la religiosità, le relazioni umane, i sentimenti, lo scorrere del tempo, la vita.