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La morte del Maestro Claudio Abbado, avvenuta a Bologna lo scorso 20 gennaio, suggerisce qualche riflessione sulla vita di un uomo che si è dedicato alla musica con tutte le sue energie. Nominato senatore a vita dal Capo dello Stato lo scorso agosto, al di là della prestigiosa carriera come direttore di orchestra di fama internazionale, ha eseguito musica nelle fabbriche, negli ospedali, nelle carceri.
Si è prodigato per trasmettere la cultura musicale ai giovani fondando scuole e orchestre giovanili. Credeva che la musica avesse il potere di risarcire l’uomo delle privazioni prodotte dall’emarginazione, dalla miseria, dall’abbandono. Ha tenuto alto il nome dell’Italia nel mondo e, con il suo talento e il prestigio acquisito, si è opposto al degrado prodotto dal disinteresse delle istituzioni nel campo della cultura.