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In che modo e a quali condizioni un cappellano può accompagnare i politici? È questa una delle domande che si sono posti i cappellani che prestano il proprio servizio nei Parlamenti, riuniti a Roma il 14 e il 15 novembre dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. L’articolo propone un metodo di accompagnamento ispirato alla spiritualità ignaziana, che si basa sull’ascolto della coscienza, sul servizio ai poveri e sulla possibilità di costruire la propria leadership realizzando il bene comune. Il cappellano, oltre ad aiutare gli uomini politici a curare la democrazia come un «bene spirituale» e a promuovere i princìpi della Dottrina sociale della Chiesa, deve essere attento a non sostenere scelte o schieramenti politici.