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ABSTRACT – «L’acqua non ha nemici»: è un proverbio che circola nel Sud della Nigeria. Da quelle parti l’acqua, oltre a essere onnipresente nei detti popolari, ha ispirato i nomi di molte persone ed è legata a una spiritualità diffusa che venera l’acqua come una divinità. Si tratta di intuizioni semplici, ma fondamentali, che a loro volta impongono una responsabilità morale verso la comunità: preservare e conservare le risorse idriche, sostenerle e mantenerle, proteggerle e averne cura, con rispetto, e questo vale per pozzi e sorgenti, fontane e ruscelli, fiumi e laghi, dai quali tutti noi dipendiamo per il sostentamento e la sopravvivenza.
Dalle sorgenti profonde dei nomi tradizionali scaturisce la verità incontrovertibile che, come la maggior parte degli altri esseri viventi, per sopravvivere dipendiamo dall’acqua. Per molte persone l’acqua, in particolare in Africa, è una merce rara e una risorsa preziosa. Va detto che non si tratta nemmeno di un problema limitato all’Africa. Se quello per l’acqua dolce è un conflitto che ha angustiato l’umanità da tempo immemorabile, ai giorni nostri mostra ben pochi segni di attenuazione, si tratti delle controversie sulla distribuzione idrica del fiume Colorado nello Stato della California, o delle minacce di guerra con cui l’Egitto scoraggia a gran voce i Paesi del bacino del Nilo dall’esercitare i loro diritti rivieraschi, o del dibattito sull’impatto ambientale, sociale ed economico di quegli idrocolossi che chiamiamo «superdighe», o dell’acqua sottratta clandestinamente, mascherando il tutto come una legittima acquisizione di territori.
Quindi, forse è vero che l’acqua non ha nemici, ma questa sostanza vitale è tutt’altro che eticamente neutrale. L’acqua crea molti nemici! L’acqua e la sua stessa ricerca si caricano di conseguenze eticamente molto pesanti.
Quello che il pensiero sociale cattolico designa come «il principio del bene comune» ci offre il quadro etico entro cui considerare il ventaglio delle attuali problematiche legate alla sicurezza idrica, e in particolare per quanto concerne i diritti. La mercificazione dell’acqua come risorsa privatizzata commerciabile, la sua inaccessibilità per le popolazioni più vulnerabili e l’inquinamento indiscriminato dei bacini idrici costituiscono complessivamente un grave attentato a questo bene comune assolutamente vitale ed essenziale, così come ai diritti delle persone e alle ecologie naturali da cui dipende la loro sopravvivenza.
Come afferma papa Francesco nell’enciclica Laudato si’, «questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità».
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“WATER HAS NO ENEMIES”. Availability and accessibility to water: an ethical value
Water is part of the world heritage, solemnly linked to the various inhabitants and components of planet Earth, and as such it should not remain monopolized and imprisoned by the intrigues of interest groups and avid investors. This article discusses the critical situation occurring in Africa and presents faces the urgent task of being able to give life to practical initiatives based on solid ethical principles. As Pope Francis states in the encyclical Laudato si’, “our world has a grave social debt towards the poor who lack access to drinking water, because they are denied the right to a life consistent with their inalienable dignity”.