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ABSTRACT – Dal 5 al 7 maggio 2019 papa Francesco visiterà la Bulgaria e la Macedonia del Nord. Anche se in questi Paesi ci sono comunità cattoliche numericamente piccole – in Bulgaria i fedeli sono 68.000, mentre in Macedonia del Nord soltanto 15.000 –, esse da diversi secoli, attraversando anche momenti di grande difficoltà, testimoniano la loro fedeltà alla tradizione cattolica e al Papa. Durante gli anni del regime comunista lì i cattolici hanno subìto, insieme ai fedeli ortodossi (che in questi Paesi sono la grande maggioranza), persecuzioni e violenze di ogni tipo.
La visita del Papa nel cuore del territorio balcanico è molto significativa sia sul piano religioso, sia su quello politico-morale. Essa, infatti, vuole esprimere un incoraggiamento – rivolto a tutti – ad andare avanti nel cammino verso una democrazia aperta e compiuta. Fatti come la controversia tra la Macedonia del Nord e la Grecia – formalmente superata, ma ancora viva nel cuore di molti nazionalisti –, fino alle manifestazioni che di tanto in tanto riempiono le piazze delle città di Serbia, Albania e Montenegro, non possono non destare preoccupazione.
La «Repubblica di Macedonia del Nord», secondo la nuova denominazione concordata con la Grecia, è un piccolo Stato che non supera i due milioni di abitanti, divisi in etnie diverse – sebbene quella macedone sia maggioritaria (64%) –, «incastonato» nel mezzo dei Paesi balcanici, e quindi punto di cerniera tra le regioni di influenza russa e quelle di influenza euro-atlantica. La Bulgaria, a quasi 12 anni dal suo ingresso nell’Ue, rimane il Paese più povero dell’Unione. Ai problemi politici ed economici interni si sono aggiunti quelli riguardanti l’afflusso nella regione di rifugiati e profughi provenienti dalla Siria.
In questi ultimi tempi diversi Paesi balcanici sono in agitazione per motivi sia politici sia economici, e Mosca tende a diventare mediatrice tra le parti. Di fatto, la Russia considera ancora i Balcani come una propria zona di influenza e intende sostituirsi all’Ue «come mediatrice nei conflitti regionali, cioè esattamente la stessa cosa che sta facendo nel Medio Oriente, proponendosi come alternativa agli Usa».
I Balcani, purtroppo, sono ancora la regione più instabile dell’Europa, capace di creare tensioni ai confini dell’Ue e di risvegliare ricordi terribili – le guerre inter-etniche –, non ancora interamente sopiti. Come in passato, anche la vicenda della Macedonia del Nord testimonia la presenza di interferenze di potenze straniere – tra cui Russia, Cina, Turchia e alcuni Paesi occidentali –, che nei Balcani vedono un terreno appetibile per le loro ambizioni e le loro influenze.
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NORTHERN MACEDONIA AND BULGARIA
From 5 to 7 May, 2019, Pope Francis will visit Bulgaria, and Northern Macedonia. Addressed to everyone, this journey aims to convey encouragement to move forward on the path towards an open and complete democracy. Recent events such as the crisis between Macedonia and Greece, up to the demonstrations which from time to time fill the squares of the cities of Serbia, Albania and Montenegro, cannot fail to cause concern and raise the fear of the outbreak of civil wars, in a very delicate area on a geopolitical and strategic level.